Povertà, solitudine, emarginazione: le sfide dei papà che bussano alle porte della Caritas di Ventimiglia e Sanremo

19 marzo 2017 | 08:32
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Povertà, solitudine, emarginazione: le sfide dei papà che bussano alle porte della Caritas di Ventimiglia e Sanremo

Padri divorziati o separati che, dopo la rottura molto spesso burrascosa del loro matrimonio o della loro convivenza, si trovano a intraprendere un cammino drammatico

Imperia. Povertà materiale e povertà relazione: sono queste le sfide che accomunano tanti papà dell’imperiese. Padri divorziati o separati che, dopo la rottura molto spesso burrascosa del loro matrimonio o della loro convivenza, si trovano a intraprendere un cammino drammatico, fatto di ristrettezza economica, solitudine, talvolta anche di emarginazione. Padri che hanno perso il lavoro o che fanno un lavoro precario e che, tra assegni di mantenimento e, in alcuni casi, il pagamento del mutuo della casa coniugale, non sono più in grado di provvedere a se stessi, tanto da essere costretti a chiedere assistenza presso le strutture della Caritas diocesana.

“Sono circa una trentina i padri a cui attualmente prestiamo aiuto – spiega Christian Papini, coordinatore del Centro Caritas a Ventimiglia –. Sono uomini che stanno vivendo una situazione d’indigenza, che fanno fatica a pagare l’affitto, le utenze, a mettere insieme i pasti principali. Quando un uomo si separa o divorzia, la vita che gli si prospetta di fronte dipende in massima parte dalla sua occupazione professionale, dal suo grado di istruzione e dal mercato del lavoro. Se sei medico non hai problemi a mantenere la famiglia anche dopo la separazione. Se sei un operaio o se eri un operaio e ora sei in cerca di occupazione, la questione mantenimento diventa molto più complessa. Perché oltre a pensare alle spese alimentari, sanitarie, scolastiche, a tutti i bisogni primari del minore, devi anche provvedere ai tuoi di bisogni. Ecco allora che questi padri non hanno più i mezzi necessari per mantenere loro stessi, per avere una casa, magari anche solo in affitto, e per mangiare. Chi trova il coraggio, approda così a noi. Li vedi arrivare con la bolletta della luce da pagare e per ritirare, una volta al mese, la spesa. Quasi nessuno usufruisce del servizio mensa, la maggior parte si vergogna e vive un forte senso di fallimento personale, specie quando, ed è stato il caso di due di loro, sono costretti a dormire in macchina”.

“Rivolgersi alla Caritas è per molti l’ultima spiaggia – aggiunge Sara del Centro Caritas a Sanremo –. Vengono a chiederci sostegno alimentare e anche un alloggio dove passare la notte o lavarsi. Nel nostro Centro sono per il 90% casi limite, casi di uomini che hanno sbagliato o comunque non hanno avuto e continuano a non avere un comportamento pulito e corretto. Alcuni mostrano la volontà di riprendere in mano la propria vita e di recuperare il rapporto con il figlio o con i figli. Capita infatti che, per le ragioni più diverse, questi padri non possano più vedere la prole: vuoi perché sono stati estromessi dal nucleo familiare, vuoi perché non sono nelle condizioni psico-fisiche idonee per avere relazioni con loro. In ogni caso, legami perduti che quando scatta il senso di pentimento e il conseguente desiderio di cambiamento, cercano a tutti i costi di ripristinare. Come Caritas recentemente siamo riusciti a sistemare con alcuni lavoretti un uomo di cinquant’anni dal trascorso difficile. Un padre che da tempo non ha più alcuna notizia dei figli e non sa come rintracciarli. Un padre disperato che ha riconosciuto di avere sbagliato, ha trovato la giusta strada per ricominciare ma ha il terrore della vita in solitudine che gli si prospetta”.