Nel paese fantasma di Monesi tra ladri e sensori che controllano i movimenti della paleofrana
Situazione difficile: dopo i nubifragi che stanno facendo collassare il terreno ora è allarme anche per i furti
Monesi di Mendatica. Per superare il cancello all’ingresso del paese di Monesi che dista quattro chilometri servono le chiavi. Nel borgo fantasma del Parco delle Alpi Liguri da novembre non vi abita nessuno ma i ladri, di tanto in tanto, fanno capolino per rubare quel poco che è rimasto nelle case che stanno lentamente scivolando a valle.
Un intero versante, infatti, sta collassando e la montagna si muove centimetro dopo centimetro. Situazione rischiosa per chiunque, ma i ladri corrono qualsiasi pericolo pur di mettere le mani anche su qualche oggetto di poco valore rimasto nelle cantine e nelle case della frazione di Mendatica. Dopo l’alluvione di quattro mesi fa qui non vive più nessuno.
Un’ordinanza del sindaco Piero Pelassa vieta la permanenza a residenti e turisti. Angelo Ferrari, dipendente del Comune, sottolinea la drammaticità della situazione: “Le case come le strade stanno scivolando a valle”, ma lucchetti e cancelli nella zona rossa, a quanto pare, non sono sufficienti per tenere lontani i delinquenti. Un’ondata di colpi che si verifica da tempo. “Nessuno controlla – aggiunge Ferrari – ma sappiamo che ladri sono già venuti diverse volte da queste parti”.
Walter Gandolfo, storico gestore del ristorante albergo “Da Settimia”, non si arrende, ma lancia un appello. “Qui siamo abbandonati come succede in altre parti d’Italia. I politici si ricordano di noi solo quando si devono pagare le tasse”. E oltre ai furti c’è anche bisogno di importanti somme di denaro per ripristinare il territorio. “Da soli – sottolinea il sindaco Piero Pelassa – non possiamo farcela. Bisogna quindi combattere e fare di tutto affinchè questo borgo non rimanga appunto un borgo isolato e per di più fantasma”. “Speriamo che le due Regioni, Liguria e Piemonte e le due Province quella di Imperia e Cuneo ci diano una mano in tal senso”, aggiunge Giuliano Maglio, presidente del Parco delle Alpi Liguri.
Tra l’altro sono stati piazzati dei sensori sulle colline che ogni giorno segnalano i movimenti del terreno e faranno capire che cosa sta succedendo, ma,ora forse sono necessarie anche le telecamere.