Migranti nel Golfo Dianese, il sindaco Chiappori: “Pronti a fare le barricate a Capo Berta e Mimosa”

6 marzo 2017 | 17:05
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Migranti nel Golfo Dianese, il sindaco Chiappori: “Pronti a fare le barricate a Capo Berta e Mimosa”

Più volte il primo cittadino ha contestato le imposizioni dall’alto per una politica di gestione del flusso migratorio che considera sbagliata

Diano Marina. L’ex parlamentare della Lega Nord sostiene moralmente il collega sindaco di San Bartolomeo Valerio Urso. Non è capace a restare in silenzio ma anzi, sul caso migranti, alza il muro e paventa soluzioni drastiche: “Se vogliono che Diano Marina ospiti centinaia di migranti faremo le barricate. Sono pronto a rovesciare decine di camion di terra per sbarrare la strada a Capo Berta e a Capo Mimosa. Qui abbiamo tanti migranti e la Liguria nel suo insieme non ne ospiterá uno di più. Se il Ministero pensa di mandarne altri, sarà guerriglia urbana”, dice apertamente il primo cittadino leghista.

Il sindaco di Diano è preoccupato per le conseguenze sull’economia turistica del comprensorio. “L’estate scorsa dopo diverse stagioni disastrose – dice – sono arrivati gli stranieri, le famiglie dal Nord Italia. I numeri degli arrivi e delle presenze sono aumentate e abbiamo esultato. Ma se Diano dovesse ospitare migranti in numero maggiore ai 25 che già ospita crediamo sia un danno d’immagine per tutti. Le categorie, giustamente, imputerebbero le responsabilità al sindaco e questo non lo posso accettare. Chiediamo quindi anche agli imprenditori di far sentire in modo forte e concreto la loro voce. Tutti dobbiamo fare in modo che Diano Marina non subisca danni dopo che è riuscita a decollare con il turismo e le sue imprese”.

Chiappori invece è convinto che la strada da percorrere per aiutare i profughi sia un’altra. “Non dobbiamo dimenticare che, con 35 euro al giorno per ognuno dei migranti qui, potremmo mantenerne 10 al mese, nei loro Paesi. Se pensiamo di affrontare questo problema con un falso, maledetto buonismo sbagliamo completamente. Io sono pronto a prendermene un numero certo e per un tempo certo. Ma poi bisogna anche decidere di farli andare via secondo i protocolli, altrimenti distruggiamo le nostre zone, che appunto non dimentichiamolo vivono di turismo”.