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Lo Stato taglia, Provincia di Imperia senza soldi per poter riparare strade e scuole

24 marzo 2017 | 10:42
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Troppi tagli dallo Stato l’ente pubblico ha deciso di tutelarsi con un’iniziativa clamorosa: un esposto alla magistratura

Aggiornamento delle 17,35 

E questa mattina la decisione di presentare l’esposto è stata votata all’unanimità.

Imperia.  Strade e scuole che hanno necessariamente bisogno di interventi di manutenzione. Con le falle nei bilanci dell’ente Provincia è difficile però avviare programmi e percorsi. Alza bandiera bianca la Provincia presieduta da Fabio Natta che guida l’amministrazione dal 2015. Un grido d’allarme che è anche una richiesta d’aiuto. “Situazione complessa con un Governo che usa la forbice e taglia i fondi per chi deve continuare a mantenere i servizi efficienti da offrire ai cittadini”. I conti sono presto fatti: le entrate sono di 14 milioni e mezzo. Lo Stato pretende 14 milioni e 400 mila euro.  In cassa, raschiando il barile, avanzano all’incirca 150 mila euro. Il rischio insomma è quello di trovarsi nelle condizioni non solo di non riuscire ad erogare servizi, ma anche le utenze.

Situazione di bilancio disastrosa che il presidente Fabio Natta ha voluto illustrare insieme alla mappa delle strade provinciali: tante quelle ancora da sistemare dopo il violento nubifragio del novembre scorso. Ma ci sono anche gli edifici scolastici di competenza dell’ente dove i ragazzi studiano con riscaldamenti che funzionano a metà o che hanno gli infissi delle finestre danneggiate da vento e intemperie che hanno bisogno di cure tempestive. Falle che gravano ovviamente sulle disponibilità finanziarie della Provincia che deve fare i saldi mortali. Per restare in equilibrio serve una cifra di almeno 5 milioni di euro. E non è solo un allarme lanciato dalla parte politica dell’amministrazione. Lo dicono anche i dirigenti tecnici dei settori interessati. Ci vorrebbe un miracolo per poter coprire un territorio così vasto come quello di Imperia. E ad ascoltare in Provincia presidente e dirigenti c’erano sindaci, assessori e dirigenti scolastici. Colmare i vuoti statali è difficile.

Situazione critica al punto tanto che è stato preparato un esposto a scopo cautelativo da presentare alla magistratura per tutelarsi  da possibili danni patrimoniali e penali. Un’azione clamorosa voluta anche per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle carenze finanziarie  dovute ai “tagli” provenienti da Roma, che impediscono adeguati interventi per la manutenzione delle strade e degli edifici scolastici.  “L’esposto è di natura cautelativa proprio perché questa situazione di difficoltà può portare a conseguenze e responsabilità specifiche in ambito amministrativo, civile e penale”, ha sottolineato Natta. Un segnale forte per suonare la sveglia ai parlamentari affinché assumano una posizione in merito al famoso decreto che le Province attendono da dicembre e che dovrebbe sbloccare fondi preziosi. Ma c’è un altro nodo da risolvere: entro il 31 marzo occorre approvare il bilancio: se non dovessero arrivare le risorse economiche dal governo centrale si rischia il default.

L’iniziativa imperiese è seguita anche da altre amministrazioni provinciali d’Italia nell’ambito della “Settimana di mobilitazione per difendere i servizi e la sicurezza dei cittadini” indetta dall’Upi (Unione Province d’Italia). Un’azione che vuol essere simbolica e di rottura rispetto alla condizione di assoluta precarietà nella quale gli enti di secondo grado vivono da mesi. L’esposto parla di omissioni da parte del Governo centrale. A coordinare la mobilitazione generale ci ha pensato proprio l’Upi che mette in evidenza quanto il nodo reale della questione sia nell’emergenza finanziaria che non è stata assolutamente risolta a livello normativo, come sarebbe stato invece auspicabile all’indomani del referendum. “La mancata previsione di un adeguato finanziamento – ha spiegato il presidente nazionale dell’Upi Achille Variati – costituisce una grave violazione con danni nei confronti dei cittadini”. Variati non nasconde che “la situazione può degenerare”. Ecco allora che le amministrazioni hanno deciso di presentare un esposto cautelativo alle Procure della Repubblica, alle Corti dei conti regionali e alle prefetture. Alcuni sindaci hanno già pensato ad una manifestazione da indire a Roma, “ma speriamo non ce sia bisogno se il governo si sveglierà prima”.