L’imperiese Fulvio Ioan in mostra a Genova con la personale Märchenbilder dedicata al suo Maestro xilografo ‘Ligustro’ Giovanni Berio

30 marzo 2017 | 09:49
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L’imperiese Fulvio Ioan in mostra a Genova con la personale Märchenbilder dedicata al suo Maestro xilografo ‘Ligustro’ Giovanni Berio

La ricerca si è sviluppata attraverso la rielaborazione, l’invenzione e la citazione di immagini sulle tematiche della fiaba e dell’apocalisse

Imperia. Dal prossimo 14 aprile Sala Dogana di Palazzo Ducale a Genova ospiterà Märchenbilder, una mostra personale di Fulvio Ioan, docente di incisione ed anatomia dell’immagine dell’Accademia di Belle Arti di Sanremo e per anni allievo ed assistente del Maestro xilografo LigustroGiovanni Berio.

Questa mostra riunirà quasi dieci anni di lavoro presentando opere di pittura, incisione e xilografie policrome eseguite con tecnica giapponese Nisiki-e, così come mi era stato insegnato Ligustro”. Un allestimento che mira a rimarcare, al di là della diversità dei procedimenti e degli esiti, l’intima coerenza del lavoro, di cui le singole prove costituiscono i frammenti, a loro volta scomponibili, come illustra l’installazione centrale, dove da una stessa tavola vengono enucleati brani differenti. Così, ai lavori calcografici (Finimondo, Tzunami, La mia città di notte), dove figure riprese dall’iconografia medievale si inseriscono in contesti contemporanei, composti secondo modalità che uniscono all’ironia del grottesco una pervasiva tensione drammatica, si accostano xilografie (I Fiori, Märchenbilder #1 e #2) realizzate con l’elaborata tecnica della stampa policromatica Nishiki-E, appresa dal maestro Ligustro, modulate su immagini e tonalità di sorvegliata armonia fiabesca.

Completano il quadro le più recenti opere pittoriche, nelle quali – sullo sfondo di una quinta animata da un vivace concerto di colore – campeggiano i personaggi dello Struwwelpeter (Pierino Porcospino), protagonista delle catastrofiche filastrocche ottocentesche di Heinrich Hofmann e di Hans mein Igel (Gian Porcospino), ripreso dai Fratelli Grimm, emblemi di vicende esistenziali contrastate e di fuoriuscita da una logica di marginalità. Accompagna la mostra un catalogo edito da R. Melegari, con testi di Sandro Ricaldone e di Bruno Smolarz.

La ricerca dell’artista si è sviluppata nel tempo attraverso la rielaborazione, l’invenzione e la citazione di immagini attorno alle tematiche della fiaba e dell’apocalisse. Si tratta di due argomenti apparentemente lontani, ma in realtà affini, perché intesi, la prima (la fiaba) come percorso di trasformazione, di riconoscimento di sé e della propria collocazione nel mondo; la seconda (l’apocalisse) come momento di transizione verso un futuro radicalmente rigenerato.

Opening: venerdì 14 aprile ore 18. Apertura: dal martedì alla domenica, dalle 15 alle 20.