Le maglie “canarine” per una Cervo squadra di calcio anni ’30

Un connubio tra le Isole Canarie, la Juventus e Kandinskij
Cervo. Premetto che mi piacerebbe approfondire tutta la storia di Cervo squadra di calcio. Qui, in queste poche righe, desidero solo riferire lo spirito e l’anima sportiva di un Borgo per uno sport popolare, fatto da un rettangolo, da una sfera, da tanti calci e molti appassionati a bordo campo. Siamo negli anni quaranta o poco più.
Il pallone è una sfera-pera di cuoio che funge da contenitore di una camera d’aria ben gonfiata.
Il tutto stretto e incernierato da una vistosa stringa di spago ben lucido e oliato come quello usato dai calzolai.
Il campo è un rettangolo scosceso e gibboso coperto da erbacce, sabbia e sassi di mare.
È l’ex cantiere navale dei signori Serra, conosciuto sotto il nome dialettale di “u ciantè” (il cantiere).
Il sito dove si trovava è occupato oggi dall’attuale Camping Miramare.
Le magliette vennero reperite dal signor Quinto Raimondo, alias “u Quintu du Maistru”, che se le fece regalare nientemeno che dalla Juventus.
Già dalla Madamin Juventus di Torino che le adoperava come maglie di riserva.
Il colore giallo e blu rispecchiava i colori simbolo della città di Torino.
Maglia gialla e calzoncini blu, furono così la divisa calcistica di Cervo calcio.
Dato il colore giallo, i Cervesi chiamarono i loro giocatori “Canarini”, ricordando anche le Isole Canarie quale rada d’approdo dei naviganti Cervesi che viaggiavano con i loro velieri verso Capo Horn.
Ci si ricorda ancora di quell’elegante taglio della maglietta gialla col collo bordato di blu. All’interno era presente lo stemma di Cervo. Giallo e blu tra l’altro colori primari.
Il blu tornava peraltro anche sul bordo delle maniche.
I pantaloncini erano blu con lo swoosh giallo sul fondo della gamba sinistra, mentre i calzettoni erano gialli.
Cervo era la Madamin del Golfo Dianese e si confermava all’avanguardia, anche in fatto di eleganza sportiva e design ante litteram.
Mi piace a questo punto inserire un ulteriore tocco d’arte pittorica.
Nella fattispecie il gusto di Kandinskij per abbinare i colori e la musica.
Si, la musica nel Borgo della musica.
Kandinskij parte dai colori, anzi, dall’accostamento dei colori con i suoni musicali. Nello “Spirituale nell’arte” fa corrispondere il giallo alla tromba, l’azzurro al flauto,…
Dopo aver collegato ciascun colore ad un suono, un profumo, un’emozione precisa, l’artista afferma che proprio grazie alle sue risonanze interiori, a seconda della sua diversità, ogni colore produce un effetto particolare sull’anima.
Ecco, credo che seppure inconsciamente tutto ciò sia stato nel destino anche della squadra di calcio e nella sua luccicante canarina divisa. Il destino di una Cervo sempre in ogni momento e situazione collegate all’arte, alle sue risonanze interiori.