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In Riviera sempre più adolescenti giocano d’azzardo: “Pochi chiedono aiuto, alcuni sviluppano comportamenti criminogeni”

21 marzo 2017 | 09:41
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In Riviera sempre più adolescenti giocano d’azzardo: “Pochi chiedono aiuto, alcuni sviluppano comportamenti criminogeni”
In Riviera sempre più adolescenti giocano d’azzardo: “Pochi chiedono aiuto, alcuni sviluppano comportamenti criminogeni”
In Riviera sempre più adolescenti giocano d’azzardo: “Pochi chiedono aiuto, alcuni sviluppano comportamenti criminogeni”
In Riviera sempre più adolescenti giocano d’azzardo: “Pochi chiedono aiuto, alcuni sviluppano comportamenti criminogeni”

Intervista alle dottoresse Silvia Marcuzzo e Sara Sartore, referenti dell’Osservatorio regionale sul gioco d’azzardo patologico

Imperia. Noia, ansia, depressione ma anche contesti familiari problematici e difficoltà relazionali. Sono queste solo alcune delle cause che oggi spingono un numero sempre più consistente di adolescenti a subire il fascino pericoloso delle scommesse, delle lotterie e del gioco d’azzardo. Secondo la Relazione annuale al Parlamento 2016sullo stato delle tossicodipendenze in Italia (1 – relazione annuale al parlamento 2016 sullo stato delle tossicodipendenze in italia), il 49% degli studenti con un’età compresa fra i 15 e i 19 anni ha sfidato la sorte puntando denaro almeno una volta nella vita e il 42% lo ha fatto nel corso dell’anno. In Liguria, la stessa stima si colloca tra il 29,8 e il 37%. Ma qual è il quadro in provincia di Imperia? E quali sono le cause specifiche e soprattutto gli effetti di questa dipendenza senza droga? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Silvia Marcuzzo, psicologo psicoterapeuta presso l’Asl 1 Imperiese, e alla dottoressa Sara Sartore, assistente sociale del Centro di solidarietà l’Ancora (CEIS) di Sanremo nonché couselor in analisi transazionale dell’Asl 1 Imperiese, entrambe referenti dell’Osservatorio regionale sul gioco d’azzardo patologico.

“I dati disponibili – spiega Marcuzzo – sono solo la punta dell’iceberg. Molti adolescenti, per diverse cause, non approdano ai nostri servizi e quelli che arrivano rappresentano una modestissima parte del fenomeno reale. Il sommerso è davvero enorme. Basti pensare che, nell’ultimo anno, solamente due sono state le richieste d’aiuto giunte al nostro ambulatorio. In riferimento alle stime rese pubbliche, è possibile però dire che sono gli studenti di genere maschile ad essere maggiormente attratti dalla pratica del gioco d’azzardo e che vengono prediletti il Gratta&Vinci (69%), le scommesse sportive (47%), il Bingo o la Tombola (38%). Vengono puntati soldi anche al Totocalcio/Totogol (29%), al Poker Texano (18%), al Lotto/Superenalotto (20%), e alle New slot (14%). I luoghi più frequentati dai giovani giocatori sono invece i bar e le tabaccherie (35%) e le sale scommesse (28%). Il 19% infine gioca su internet”.

“Tra le cause – aggiunge Sartore – possiamo annoverare tre aspetti: il fattore biologico di natura neurofisiologica, ovvero un’alterazione del sistema della gratificazione e quindi una scarsa efficacia del controllo prefrontale degli impulsi; il fattore socio-ambientale legato ai contesti di vita in cui il giovane vive e cresce e che molto spesso si associa a relazioni familiari problematiche e a scarsità di regole imposte dai genitori; e infine il fattore psicologico, dunque la predisposizione personale del giovane, la capacità del gioco di suscitare effetti gratificanti, inibenti l’ansia, la pressione, la noia e il malessere più in generale. Bisogna comunque ricordare che il gioco è una patologia progressiva, il ché porta a fare una distinzione tra il gioco ricreativo e informale che implica una spesa di denaro contenuta e finalizzata alla socializzazione; il gioco problematico che costituisce un comportamento a rischio che induce a giocare periodicamente con un aumento della spessa e del tempo impiegato; e infine il gioco patologico che rappresenta una vera malattia neuropsicobiologica in cui il gioco diventa intensivo e il giovane ha sempre di più un desiderio incontrollato di giocare”.

“Considerando invece gli effetti – prosegue Sartore –, vi sono anzitutto rischi sanitari che incombono quando il gioco diventa dipendenza perciò patologia. In questo caso si parla di disturbo dal gioco d’azzardo ed è necessario intervenire con cure e trattamenti associabili alle dipendenze più in generale. Vi sono poi i rischi sociali che inglobano rischi economici, relazionali, familiari e amicali. Nei casi di maggior gravità è possibile che il giovane sviluppi comportamenti pregiudicanti, i quali possono anche indurre a commettere crimini o reati. A titolo di esempio, in servizio abbiamo avuto un ragazzino appena maggiorenne che, per procurarsi denaro da giocare, ha rubato dei gioielli appartenenti alla nonna da poco defunta”.

L’attenzione dunque deve restare molto alta. E mentre sta facendo discutere la decisione presa dal governatore Giovanni Toti di prorogare di un anno la legge regionale sul gioco d’azzardo (n° 17-30/04/2012), la stessa Regione Liguria, in collaborazione proprio con l’Asl 1 Imperiese e il Centro di solidarietà l’Ancora, sta avviando un progetto di prevenzione e trattamento del gioco d’azzardo patologico nei giovani e anche negli anziani, le fasce considerate più sensibili:

“Il progetto è curato dall’Asl 1 Imperiese, è su fondi regionali ed è attualmente al vaglio del Ministero della Sanità – anticipa a Riviera24.it Marcuzzo –. Il Centro di solidarietà l’Ancora sosterrà l’Azienda sanitaria locale nella pratica d’intervento diretto presso le comunità educative, i centri di aggregazione giovanile e altre realtà simili situate sul territorio della provincia di Imperia. Ciò avverà inizialmente mediante la formazione specifica di risorse umane come psicologi ed educatori, i quali, a loro volta, informeranno i giovani sui rischi del giocare d’azzardo. L’iniziativa, riguarda da un lato la prevenzione e dall’altra la riabilitazione. Quindi, un’opera di sensibilizzazione ed eventualmente di cura per chi trovasse il coraggio di chiedere aiuto”.