In Liguria il mutuo si fa a 41 anni, ma solo se si ha un contratto a tempo indeterminato

21 marzo 2017 | 13:50
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In Liguria il mutuo si fa a 41 anni, ma solo se si ha un contratto a tempo indeterminato

Secondo uno studio di Tecnocasa i mutuatari liguri sono più vecchi della media

Liguria. Mutuatari più vecchi e, in gran parte, lavoratori a tempo indeterminato. Ecco il profilo che emerge da uno studio di Tecnocasa sui liguri che hanno chiesto l’accensione di un mutuo nel secondo semestre del 2016.

L’età media dei richiedenti è 41,5 anni, un dato superiore a quello nazionale (39,1 anni). Se in Italia gli under 35 che richiedono un mutuo rappresentano il 37,7% e i 35-44enni il 35,8%, in Liguria la maggior parte dei mutuatari appartiene alla fascia compresa tra 18 e 34 anni (32,7%), seguono i 35-44enni con il 30,1%. Ben il 23,5% dei mutui viene contratto tra i 45 e i 54 anni, ed il 12,4% tra i 55 e i 64; in totale quindi il 37,2% dei mutui viene erogato a liguri oltre i 45 anni, a fronte di un dato nazionale del 26,5%. La discrepanza è ancora più netta se ci si limita a raffrontare il dato ligure con quello del resto del Nord-Ovest: qui il 41% dei mutui ha come contraenti gli under 35, ed il 34,9% la fascia 35-44 anni.

Per quanto riguarda la professione, invece, dall’analisi emerge che la sicurezza economica è tra gli elementi fondamentali richiesti dagli istituti di credito per erogare un finanziamento. A livello nazionale tale caratteristica identifica l’88,3% del campione (dipendenti a tempo indeterminato e pensionati), a fronte dell’8,5% di chi ha un contratto di lavoro flessibile (liberi professionisti/lavoratori autonomi e titolari d’azienda) e dell’1,9% di lavoratori a tempo determinato. In Liguria invece i lavoratori a tempo indeterminato costituiscono “solo” il 71,2% del totale e i pensionati sono il 9,2%, portando quindi l’ammontare dei “redditi certi” all’80,4%.

Un dato decisamente inferiore a quello nazionale, il che significa che molti più richiedenti in Liguria non hanno un reddito garantito: chi ha un lavoro flessibile incide per il 13,7% (i liberi professionisti e lavoratori autonomi sono il 3,9%, i titolari d’azienda rappresentano il 9,8%), mentre il 5,2% è titolare di un contratto a tempo determinato. Anche qui, il confronto circoscritto al Nord-Ovest è ancora più impietoso: i richiedenti a tempo indeterminato sono addirittura l’85,3%, i pensionati solo il 2,9%, quelli a tempo determinato l’1,6%.

Riassumendo, i liguri che ottengono un mutuo sono mediamente più vecchi e un po’ meno sicuri a livello contrattuale rispetto alla media italiana, e molto più vecchi e meno sicuri rispetto ai “vicini” di Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia.

Quasi l’83% dei cittadini finanziati nel nostro Paese è di origine italiana, ma stanno aumentando le percentuali degli stranieri (che passa dal 14,5% del secondo semestre 2015 al 17,3% del secondo semestre 2016): attualmente quasi il 13% è rappresentato da cittadini di altri Paesi del Vecchio Continente e il 4,4% da immigrati extra-europei. Le nazionalità più rappresentate sono quelle rumena, albanese e moldava, mentre la maggior parte dei non europei proviene dall’America Latina, seguiti a brevissima distanza dagli asiatici e dagli africani. Osservando la provenienza del mutuatario nell’ambito delle macroaree italiane e confrontando i risultati tra loro, si evince che gli istituti di credito tendono a finanziare i cittadini non italiani maggiormente nel Nord Italia (in particolare, più di un terzo dei soggetti finanziati nel Nord-Est non è italiano).