Fiori e lacrime per Stefano Bertè, morto a 19 anni a Imperia

1 marzo 2017 | 15:27
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Fiori e lacrime per Stefano Bertè, morto a 19 anni a Imperia

Don Fabbris: “Stefano era il cucciolo di casa, la gemma più tenera e nuova”

Imperia. Ci sono ancora tanti mazzi di fiori appoggiati ad un lampione lungo viale Matteotti dove venerdì notte ha perso la vita Stefano Berté, ex studente di 19 anni dell’Ipc di piazza Ulisse Calvi.

Una tragedia della strada che ha colpito tantissimi amici che oggi pomeriggio hanno partecipato al funerale celebrato nel pomeriggio al Duomo di Porto Maurizio. Una bara bianca davanti all’altare e tante corone sul sagrato e palloncini da far alzare in cielo.

Toccanti le parole del parroco don Lucio Fabbris nella sua omelia: “Affidiamo a te Stefano perché la sua giovinezza rifiorisca accanto a te. Non è in nessuno modo possibile tentare di immaginare il senso di vuoto. Non esiste sulla terra qualcosa di più grande che la perdita così lacerante di un figlio. Siamo qui a stringerci accanto a voi. E’ l’unica cosa possiamo fare e questa comunità può soltanto abbracciarsi. Era il cucciolo di casa. . È la gemma più tenera e nuova. E nel momento della tragedia Gesú era presente era lí per salvare tutto. Ma la fede dice di non temere, di non aver paura. C’era la presenza esclusiva e totale di Cristo e Maria. Non è possibile pensare che la morti rapini, stupri tutto. Siamo qui attraverso la preghiera per essere presenti e per dire a Dio “risarciscici” per riconsegnarci Stefano alla fine della storia. Stefano continua a parlare col cuore e reca consolazione”.

Volti tristi coperti da occhiali scuri e teste basse in chiesa. Non ci sono parole per poter confortare il dolore dei familiari e degli amici che piangono un ragazzo di appena 19 anni. Un giovane che amava la vita e stare in compagnia come lo ricordano in tanti lasciando messaggi sulla sua bacheca Facebook postando foto e ricordi di vacanze e serate trascorse insieme. Un ragazzo d’oro come lo hanno dipinto coloro che lo avevano conosciuto e che lo frequentavano da tempo. Era il più piccolo di tre fratelli. Gli altri due, Giuseppe e Antonio, sono inconsolabili, come lo sono la mamma Angela e il papà Santo, dipendente della Teknoservice.

Stefano Berté, che abitava con la famiglia in via Airenti a Porto Maurizio, venerdì notte stava rientrando a casa quando, in sella al suo cinquantino, è andato a schiantarsi contro un camion per l’edilizia parcheggiato al fondo di viale Matteotti, poche decine di metri prima dell’incrocio con corso Roosevelt davanti al Monumento ai Caduti.
Non vi sono responsabilità da parte di terzi anche se i carabinieri del comando compagnia hanno effettuato tutti i rilievi del caso nel punto in cui il diciannovenne ha perso la vita.