Imperia. Tre donne condannate da un giudice donna, Caterina Lungaro, per falsa testimonianza a pene decisamente pesanti: un anno e quattro mesi e tre anni di reclusione. Si è trattato del processo di primo grado. Dopo aver raccolto le motivazioni della sentenza che le ha condannate stamattina in tribunale a Imperia si ricorrerà in appello.
Il processo è degno di una “spy story”: un registratore per raccogliere in segreto delle voci e una compravendita di un appartamento nella ridente Costa Azzurra andato male. Alla fine in tre sono finite sotto processo su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica Marco Zocco.
Una storia che risale a tanti anni fa: era il 2011 quando una delle imputate aveva deciso di ricorrere in tribunale per far vale le proprie ragioni in sede civile. Pretendeva la restituzione di una somma di denaro di circa 38 mila euro. Ed è qui che sono entrate in gioco la mamma e un’amica. Due donne che hanno testimoniato di aver partecipato ad un incontro per chiudere la partita quando si era deciso di riconsegnare la somma in denaro e in assegni. Ma quell’incontro, quantomeno per la restituzione del denaro, non ha mai avuto seguito.
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