Due no borders fermati con spranghe e catene a Ventimiglia



Erano giorni caldi in cui morí in servizio il poliziotto Diego Turra
Ventimiglia. Erano giorni caldi quelli della prima settimana d’agosto. Il poliziotto Diego Turra, 53 anni, di Albenga, era morto d’infarto. Era impegnato nel servizio d’ordine tra no borders e migranti a Ventimiglia. E in quel contesto la polizia aveva arrestato al valico due no borders G.B. e A.D.G.. Erano stati trovati in possesso di bastoni, spranghe, catene e coltelli. I due sono finiti sotto processo.
Questa mattina si è aperto il dibattimento con il palazzo di giustizia “blindato” da un gran numero di poliziotti e carabinieri. Davanti al giudice Caterina Lungaro il pm Alessandro Bogliolo si è opposto ad alcune prove che la difesa avrebbe voluto presentare nel dibattimento. In aula non erano presenti i due imputati che comunque dopo i fermi sono ritornati in libertà e che potrebbero essere ascoltati in una prossima udienza fissata a novembre.
Va ricordato che dopo i fermi di polizia i no borders, che si trovavano in presidio nella città di confine, avevano dato vita ad un corteo di protesta, però polizia e carabinieri avevano bloccato prima che raggiungesse il centro della cittadina dove i manifestanti avrebbero voluto raggiungere il commissariato. Dopo alcuni minuti i no borders avevano sciolto il corteo per riformare il presidio in piazza Costituente, nell’immediata periferia di Ventimiglia. “Non vogliamo cadere in trappola. Non c’entriamo nulla con la morte dell’agente di polizia, avvenuta per cause naturali mentre i suoi colleghi ci inseguivano e picchiavano”, avevano spiegato alcuni di loro. Contestualmente la polizia aveva emesso 11 fogli di via obbligatori a carico di altrettanti antagonisti che la sera precedente avevano preso parte ai tafferugli poco lontano dal campo di temporanea accoglienza dei migranti.