Anche Cervo ha il suo “Oscar”: la Cetra, uno strumento musicale dell’antica Grecia
Tra le tante iniziative musicali nel borgo regna da più di 50 anni il Festival Internazionale di musica da Camera
Cervo. Il Borgo di Cervo e la Cetra (sec. XII; latino cithăra, che risale al greco kithára). Una somiglianza un unicum, come dono omaggio all’ospite di turno, pari al valore di un “oscar” (statuetta) del nostro Borgo
Permettetemi di navigare nell’immaginazione e di lasciarmi cogliere dall’evocazione, osservando la piantina toponomastica di Cervo. Certamente ci vuole fantasia fino al sogno, ed io vi invito a fare e verificare insieme, questa mia osservazione-rivelazione. Aguzziamo la vista. Se fissiamo quindi la mappa di Cervo appare a nostro avviso una “cetra”. Nobile strumento (sec. XII; latino cithăra, che risale al greco kithára). Uno strumento musicale dell’antica Grecia, formato da una cassa armonica di legno, da cui partivano due bracci curvati verso l’esterno e uniti in alto da una sbarra trasversale; tra questa e la cassa venivano tese le corde, il cui numero variava da 4 a 7, fino a 11 e 15. Fu uno degli strumenti fondamentali del mondo classico, suonato a pizzico o con plettro.
Uno strumento d’ispirazione e attività poetica, nonché di poesia: “Sull’Itala grave cetra derivo / per te le corde eolie” (Foscolo). Uno strumento, come dicevamo, a corde pizzicate affine alla chitarra e al liuto, diffuso poi soprattutto nei sec. XVI e XVII. La cassa armonica aveva fondo piatto (come la chitarra), struttura piriforme e al centro un’apertura traforata detta rosa.
Le dimensioni erano variabili e così pure il numero delle corde, generalmente doppie, che oscillavano da 4 a 7, fino a 11 e 15. Anche nei sec. XVI e XVII poteva essere suonata con le dita e col plettro, con una tecnica esecutiva affine a quella della chitarra. La musica destinata alla cetra era intavolata in maniera affine a quella per liuto. Forma e arte nella cetra che a mio avviso si sposano con Cervo a tutto tondo. Cervo ha 11 carruggi paralleli tra di loro come le sue corde, al Foscolo ha intitolato un carruggio.
I greci passarono e sostarono a Cervo mentre andavano Massaglia (Marsiglia), rifornendosi di acqua dolce alla foce del rio Schenassi.
Cervo è il Borgo della musica, dove tra le tante iniziative musicali, regna da più di 50 anni il Festival Internazionale di musica da Camera che ha avuto celeberrimi protagonisti quali: Michelangeli, Richter, Kempff, Annie Fisher, Pollini, Cziffra, Magaloff, Cherkassky, Boukoff, Argerich, Ciccolini, Weissenberg, Kocsis, Demus, Swann, Badura-Skoda, Thiollier, Andras Schiff, Vegh, Menuhin, Gitlis, Ughi, Accardo, Kogan, Franz P. Zimmermann, Gazzelloni, Rampal. Cervo la “Bomboniera di Cultura” in quella cornice che i nostri avi seppero forgiare disegnando il Borgo a “Cetra”, memori per l’appunto a loro volta, di illustri antenati quali i greci e romani. Cervo e Cetra, alias nomen omen.
Ed allora perché non tradurla, mutuandola dalla sua cartina tipografica in un simbolo, un oggetto ad hoc per porgerlo come riconoscimento e omaggio ai suoi illustri ospiti? Incaricare uno scultore ad esempio per produrne il calco?
Sarebbe un unicum pari al valore di un “oscar” (statuetta) del nostro Borgo.