la curiosità |
Altre News
/
Imperia
/

A Dolcedo si accettano offerte anche con la moneta virtuale per restaurare la parrocchia di San Tommaso

28 marzo 2017 | 18:29
Share0
A Dolcedo si accettano offerte anche con la moneta virtuale per restaurare la parrocchia di San Tommaso
A Dolcedo si accettano offerte anche con la moneta virtuale per restaurare la parrocchia di San Tommaso
A Dolcedo si accettano offerte anche con la moneta virtuale per restaurare la parrocchia di San Tommaso

Avviata una raccolta fondi per poter reperire la somma necessaria per gli interventi di sistemazione della chiesa: vanno bene anche i bitcoin

Dolcedo. “Per restaurare la parrocchia ha aperto un portafoglio digitale e accettiamo anche i bitcoin”. Don Carmelo Licciardello e i suoi più stretti collaboratori sono davvero al passo con i tempi e nel paese “multietnico” di Dolcedo dove il tedesco si mischia con l’olandese, l’inglese e il turco ecco che è arrivata l’idea di raccogliere anche le monete elettroniche per far fronte alla spesa di sistemazione del tetto e delle facciate di San Tommaso Apostolo.

Ed ecco allora che in parrocchia è stato aperto un “portafoglio digitale”. Chiunque, soprattutto coloro che vivono all’estero e che hanno una seconda casa in questo borgo della Val Prino, potranno contribuire nella “gara di sostegno” per la chiesa locale che ha bisogno di cure. E c’è anche un “qrcode”: se si scansiona con la app “bitcoin” si può fare liberamente un’offerta per la parrocchia.

La moneta “bitcoin” creata nel 2009, a differenza della maggior parte delle valute tradizionali, non fa uso di un ente centrale: esso utilizza un database distribuito tra i nodi della rete che tengono traccia delle transazioni, e sfrutta la crittografia per gestire gli aspetti funzionali come la generazione di nuova moneta e l’attribuzione di proprietà dei bitcoin. La parrocchia raccoglierà dunque i bitcoin e quindi convertirà la moneta digitale.

“Ci sono collaboratori che con le nuove tecnologie ci sanno davvero fare. Abbiamo quindi deciso di aprire anche questo canale per poter finanziare gli interventi di restauro della parrocchia di origini medievali e ricostruita nel 1717 – dice don Carmelo Liciardello – Per questi interventi per custodire il nostro tesoro sono necessari 450 mila euro: 150 mila sono già stati assegnati dalla Cei ad inizio lavori, altri 150 arriveranno una volta completato il restauro e 150 mila sono i soldi che saranno raccolti tra i parrocchiani anche in forma di bitcoin”. Una chiesta che indubbiamente è un tesoro artistico importante per una comunità come Dolcedo dove tedeschi, olandesi e famiglie di altre nazionalità hanno deciso di andare a vivere. Ha una facciata in stile barocco, preceduta da un portico di colonne di pietra nera, che conserva all’interno il portale quattrocentesco. Il sagrato antistante, pavimentato ad acciottolato bianco e nero, fu un luogo di rifugio. Tra l’altro nella chiesa si conserva una statua lignea della Madonna del Rosario.