8 marzo: “Io, Valentina “funeral planner” al lavoro anche oggi come tutti i giorni dell’anno”
Sulle orme del padre Giancarlo con 10 uomini da dirigere e cinque uffici da controllare tra Imperia, Diano e Pieve
Imperia. La Funeral Planner? Esiste per davvero e oggi non sciopera come altre donne che, giorno della loro festa, lottano per i loro diritti e la figura sociale femminile. Per lei non esiste Natale o Capodanno, Pasqua o Ferragosto. Valentina Terrone, 38 anni, è sempre sul pezzo: amministra e dirige un’impresa e “governa” dieci dipendenti. Ha cinque agenzie di onoranze funebri da controllare: tre a Imperia, una a Diano Marina e una a Pieve di Teco e lo fa 365 giorni l’anno.
Una storia che inizia da lontano. Nel 2005, era il 14 luglio, presa della Bastiglia, Valentina ha ereditato il lavoro dal padre Giancarlo. Da dodici anni una donna lavora come impresario di onoranze funebri. Mestiere difficile il suo, ma non è da sola. Al suo fianco lavorano Andrea, il fratello e Alessandro, il marito. E oggi festa della donna, per Valentina, amministratrice della Maccanò e Terrone, è un giorno come un altro. Tra preventivi e funerali da organizzare è in ufficio ad occuparsi di cerimonie e trasferimenti delle salme anche dall’altra parte del mondo. Da buon cerimoniere si occupa dell’allestimento della camera ardente e dell’addobbo floreale per la chiesa. Anche l’ultimo viaggio, insomma, deve essere perfetto e senza sbavuture. “Per me l’8 marzo è un giorno come un altro. Noi, poi siamo sempre in servizio anche di notte, ed è capitato tantissime volte di non prendere più sonno tra vestizioni e carte da compilare mentre la cittá dorme”.
Valentina ha imparato a conoscere da bambina feretri, corone e necrologi. Poi a 20 anni ha deciso di affiancare papà per imparare i segreti del mestiere ed ora dirige e amministra l’agenzia Maccanò & Terrone, un’azienda ben radicata sul territorio. “Cosa conta in questo lavoro? Essere professionali, ma talvolta essere anche un po’ psicologi. In questo mestiere, le parole non servono, basta ascoltare e nel momento del dolore di chi ha perso un parente o un amico capire al volo quello che di cui ha bisogno. Altro segreto? Mai urtare la sensibilità degli altri, ma anzi preoccuparsi di tutti i dettagli. Nulla deve essere lasciato al caso”.
E Valentina in quei momenti delicati, lascia trasparire il lato umano, quello piú femminile: diventa amica, sorella, cugina, zia. Preferisce abbracciare i parenti più che porgere le condoglianze. Lo fa con grande eleganza e spesso raccoglie carezze e sorrisi anche tra le lacrime di chi ha perso un familiare. “E’ il regalo piú bello dopo tanta fatica”.
Lei è una funeral planner a tutti gli effetti. Si occupa di tutto, necrologi e addobbi, ma anche della ricomposizione della salma. Lavoro che impone cuore e sacrificio e lei da dodici anni non dirige solo l’azienda ha un ruolo attivo anche in quella squadra di ragazzi che si impegna al massimo in ogni momento della cerimonia. “Lavoro per uomini sicuramente, ma alla fine della giornata – racconta – Sono appagata. E se tutto è andato per il verso giusto è merito della squadra”.
Di storie singolari da raccontare Valentina Terrone ne ha da scrivere un libro. “Come quella volta che con il carrofunebre abbiamo girato mezza Sicilia perché la persona defunta aveva manifestato la volontà di rivedere i posti dove era stata durante la sua gioventù”, spiega. Ma ci sono anche storie più intime con persone decedute che vogliono portarsi dietro, anche nell’aldilà, le sigarette, i pupazzi e le lettere dei nipotini come se la vita continuasse ancora tra vizi, coccole e pensieri.
Altre storie incredibili nella vita di un’agenzia di onoranze funebri? “Un motociclista deceduto aveva scritto nel testamento di voler essere trasportato in chiesa con un sidecar: alla guida chiedeva un dipendente dell’impresa e al fianco il feretro”, un funerale spettacolare perché anche la morte, secondo quel motociclista, doveva lasciare per sempre un ricordo tra gli amici e i parenti. Valentina, quanto non deve occuparsi della ricomposizione delle salme, lavora e si scontra con la burocrazia dietro la scrivania in ufficio. Ci perde anche la notte, pur di arrivare al risultato migliore. “Più le cose sono complesse – dice – più mi appassiono. E le difficoltà maggiori arrivano quando ci dobbiamo occupare di defunti di altre religioni, musulmani o ortodossi o di salme da trasferire dall’altra parte del mondo, magari in Cina o in America. Devi avere un rapporto continuo con gli uffici consolari e trovare il canale più rapido per accontentare i parenti che attendono l’arrivo della salma per pregare e salutarla per l’ultima volta”.
Ma l’ufficio di Valentina è diventato quasi un confessionale. Spesso ascolta e consiglia: “Arrivano anche persone di mezza età. Sono in salute, ma magari non hanno parenti e si preoccupano quando moriranno – racconta – Stipulano contratti per funerali e cremazioni. Vogliono essere tranquilli che il giorno del loro funerale non vi siano problemi. Fa un certo effetto ascoltare persone ancora piene di vita e col sorriso sulle labbra mentre ti chiedono il prezzo di corone e feretri. Ma ormai ci ho fatto il callo e poi con tutti i miei collaboratori cerchiamo sempre di accontentare tutti con la professionalità che mi aveva insegnato papà Giancarlo”.