Un’ammenda per patteggiare la pena, sotto processo la guardia volontaria di Diano Marina che aveva diffamato i carabinieri

Cervo. Scuse in aula per i carabinieri e per il maresciallo dei carabinieri nonché comandante di stazione Umberto Salvatico che aveva presentato querela per diffamazione. Una storia delicata quanto complessa che è stata al centro di un’udienza che si è tenuta a palazzo di giustizia a Imperia che ha visto sul banco degli imputati D.F., guardia volontaria di Diano Marina.

Se l’imputato pagherà l’ammenda di 1500 euro (soldi devoluti all’Onaomac che si propone di assistere, fino al conseguimento della laurea, gli orfani dei militari dell’Arma dei Carabinieri di qualsiasi grado ndr) potrà chiudere la vicenda processuale con un patteggiamento concordato tra le parti. Il patteggiamento a sei mesi, infatti, è subordinato al pagamento di quella somma di denaro.

L’udienza, pertanto, è stata fissata a settembre e per l’imputato è prevista una condanna per il reato di diffamazione, anche se sarà sospesa e quindi la storia finirà negli archivi giudiziari.

Ma non è tutto. D.F., sul suo profilo Facebook (con un post poi cancellato ndr), aveva scritto di aver inviato una lettera alla famiglia di Dario Desiglioli, il blogger cervese morto due anni fa. Si trattava di una lettera al “veleno” scritta da un fantomatico “carabiniere onesto” nella quale viene fatto riferimento ai nemici del comandante dell’Arma della stazione di Diano Marina Salvatico. Così si leggeva: “Sono stato usato come una pedina sacrificabile. Io non sono sacrificabile e certi lavori non li faccio”, In quello stesso post aveva scritto le iniziali di due persone che vivono nel Golfo Dianese. Probabile che su questa vicenda la magistratura voglia indagare a fondo.