Sanremo, clochard ucciso a stampellate: alla sbarra anche il terzo coinvolto dopo la latitanza, chiesti 14 anni di carcere
I fatti risalgono al maggio del 2011
Imperia. 14 anni di carcere: questa la pena richiesta per Alin Constantin Gutu, accusato di aver ucciso, massacrandolo di botte, un clochard suo amico, Ion Ionescu, con la complicità di altri due senzatetto, Nicolae Panaite e Ciprian Cosmin Donea, già condannati a 14 anni.
Davanti al gup Paolo Luppi, si è conclusa questa mattina la requisitoria del pubblico ministero Marco Zocco al processo che vede come ultimo imputato il romeno Gutu. L’udienza è stata rinviata al prossimo 13 marzo per dare tempo al gup di esaminare l’autopsia effettuata all’epoca dei fatti dalla dottoressa Simona Del Vecchio.
Omicidio volontario in concorso, questo il reato a carico del 27 enne romeno Alin Constantin Gutu che, secondo l’accusa, nel maggio del 2011, insieme a due connazionali, avrebbe ucciso in maniera particolarmente efferata un loro compatriota clochard – Ioan Ionescu – colpendolo ripetutamente con le sue stesse stampelle per lasciarlo poi, agonizzante, a morire sotto l’ultimo ponte del torrente San Francesco a Sanremo.
Poche ore dopo il ritrovamento del cadavere la Polizia aveva arrestato due senzatetto: Nicolae Panaite e Ciprian Cosmin Donea. Entrambi vennero poi condannati a 14 anni di reclusione: pena chiesta oggi dal Pm Marco Zocco per Gutu. Gutu che invece si era reso irreperibile sin dai primi momenti dopo l’omicidio e era stato arrestato solo nel settembre del 2016, dopo cinque anni di latitanza. L’uomo era finito in manette – ora è in carcere – grazie ad un’operazione congiunta della Polizia italiana con la sua controparte romena. Gutu è difeso dall’avvocato Stefano Lombardi.