L’esplosione a Villa Rosa di Sanremo con il ferimento di Garko forse poteva essere evitata

11 febbraio 2017 | 09:00
Share0
L’esplosione a Villa Rosa di Sanremo con il ferimento di Garko forse poteva essere evitata
L’esplosione a Villa Rosa di Sanremo con il ferimento di Garko forse poteva essere evitata
L’esplosione a Villa Rosa di Sanremo con il ferimento di Garko forse poteva essere evitata
L’esplosione a Villa Rosa di Sanremo con il ferimento di Garko forse poteva essere evitata

Il figlio della donna deceduta, attraverso l’avvocato Giulio Bettazzi, annuncia battaglia in sede civile

Sanremo. Ha imboccato la strada dell’archiviazione o forse è già stato archiviato il procedimento penale dell’inchiesta sull’esplosione di Villa Rosa al Solaro nella quale lo scorso anno alloggiava Gabriel Garko, presentatore al Festival di Sanremo. Nell’incidente aveva perso la vita una donna di 76 anni, madre del proprietario dell’immobile, il cui corpo era stato trovato sotto le macerie. L’attore invece aveva riportato un trauma cranico, oltre a qualche escoriazione.

Il perito incaricato dal pm ha rilevato che l’esplosione sia stata la conseguenza di un guasto dei fuochi della cucina con relativa perdita di gas. Ma la storia non può essere definitivamente chiusa così. Carlo Noveri, figlio di Maria Gugliermetti, difeso dall’avvocato sanremese Giulio Bettazzi, non ci sta. Perché emergono nuovi inquietanti particolari che potrebbero far scrivere un nuovo capitolo.

Nel corso delle indagini (anche la perizia lo ha fatto rilevare ndr) diverse persone hanno riferito come da tempo quella cucina avesse dato dei problemi. Nella notte di Capodanno di quel 2016, una nipote della signora deceduta aveva avuto problemi ad accendere i fornelli. La sorella della donna deceduta aveva riferito che la sera prima dell’esplosione la signora si era ancora lamentata del funzionamento difettoso. In quella stessa villa risiedevano anagraficamente anche i proprietari, Lorenzo Noveri e Emanuela Minelli. Carlo Noveri ha deciso di procedere nei loro confronti quale figlio ed erede della donna deceduta, ritenendo che l’esplosione potesse essere evitata. Secondo Carlo Noveri la coppia aveva l’obbligo di effettuare interventi di manutenzione e di certificazione degli impianti, soprattutto degli impianti a gas, sia in quanto viveva la madre, sia in quanto affittavano parte della casa. Inquietante il ritrovamento di un tubo del gas scaduto nel 2014 trovato sotto le macerie.

“Se nel 2014 fosse stato sostituito – è la tesi avanzata dal figlio della donna deceduta – probabilmente si sarebbero accorti che qualcosa non andava nei fornelli. E’ giusto che venga fatta luce sull’accaduto. Anche perché non è possibile che una tragedia del genere finisca senza responsabili o che, magari, si possa ritenere che responsabile sia proprio la donna rimasta uccisa”. La prima udienza in tribunale civile è stata fissata per il prossimo 17 maggio.