Il report di Amnesty International, frontiera franco-italiana: controlli ai confini del diritto



Lo scorso anno le forze dell’ordine francesi avrebbero arrestato circa 35mila persone, un + 40% rispetto al 2015
Ventimiglia. E’ stato reso noto il rapporto di Amnesty International dove una missione di osservazione alla frontiera franco-italiana, dal 19 gennaio al 26 gennaio 2017, ha permesso di accertare delle violazioni commesse dalla Francia nei confronti dei migranti rifugiati. In sostanza le autorità francesi non rispettano i diritti dei migranti in frontiera e le espulsioni verso l’Italia sono organizzate in modo informale: i migranti sono privati dei loro diritti in particolare del diritto di chiedere asilo.
Amnesty International racconta la testimonianza di Madou della Guinea: “La seconda volta che ho tentato in treno mi hanno riconosciuto credo alla stazione di Mentone Garavan e mi hanno fatto scendere. Questa volta nessuno mi ha chiesto i documenti. Ma hanno preso comunque il mio nome, la nazionalità e la data di nascita. Sono stato direttamente rimesso sul treno per Ventimiglia, 20 minuti dopo. Poi, ho cercato di attraversare il confine a piedi, questa volta lungo i binari. Sono stato arrestato lì e la polizia mi ha portato indietro a Ventimiglia. Ora non so più che fare. Ho paura di riprovare e di farmi arrestare di nuovo dalla polizia che potrebbe spedirmi nel campo di Torrente. Non ho più i soldi per risalire su un treno o su un autobus. Tutto quello che voglio è andare in Francia per raggiungere i membri della mia famiglia, che hanno la cittadinanza lì, e chiedere asilo. Il viaggio per venire in Italia è stato già molto lungo e faticoso. Ho problemi di salute significativi che nessuno ha considerato. Non ho ricevuto alcun tipo di cura”.
I minori non accompagnati non stanno ricevendo l’attenzione necessaria legata alla loro situazione di vulnerabilità, come richiesto dalla legislazione francese sulla protezione dell’infanzia.
Ancora una testimonianza, di Bilal proveniente dall’Eritrea: “Se ti arrestano a Mentone o poco prima, ci sono due possibilità. Se sei minorenne, la polizia ti rimette direttamente sul treno. Se invece sei maggiorenne, o ti considerano tale, ti portano alla stazione di polizia di Mentone, accanto alla stazione e lì, circondato da agenti, ti consegnano ai poliziotti italiani che si trovano alla frontiera esattamente lì di fronte. Da lì, si deve poi camminare a piedi per tornare a Ventimiglia, che è a 10 km. Se dici che sei minorenne, a loro non importa. La polizia non fornisce alcuna informazione. I poliziotti restano assolutamente in silenzio. Non ti viene data alcuna informazione. A volte ti viene dato un documento, a volte niente. Quando ci parlano è sempre in francese e non vi è alcun interprete. Non si capisce assolutamente niente”.
In merito a questa difficile situazione Amnesty International ha chiesto lumi alle autorità francesi ma non ha ricevuto risposta. “Sono proprio queste violazioni – scrive Amnesty International – dei diritti umani commesse dalle autorità francesi che hanno spinto i cittadini a mobilitarsi per aiutare i rifugiati e i migranti; cittadini che, paradossalmente, si ritrovano, in alcuni casi, perseguiti dallo stato francese.”
Ma veniamo ai dati: lo scorso anno le forze dell’ordine francesi avrebbero arrestato circa 35mila persone, un + 40% rispetto al 2015. La maggioranza degli arresti è avvenuta presso il confine italo-francese di Ponte San Luigi, Ponte San Ludovico e Fanghetto.
“Secondo la prefettura delle Alpi Marittime – evidenzia Amnesty International -, nove su 10 persone arrestate sono state riammesse in Italia. Possiamo quindi dedurre che sono state emesse almeno 30.000 misure di “non ammissione” nel 2016, solo in questo Dipartimento. Ciò rappresenta quasi il 70% di tutti i dinieghi di ammissione al territorio.
“Le modalità di controllo alla frontiera – scrive l’associazione umanitaria – hanno l’effetto di esacerbare la situazione. Già colpiti da situazioni molto difficili nei loro paesi e durante il loro cammino verso l’esilio, rifugiati e migranti si trovano bloccati tra due confini, in condizioni di deprivazioni manifeste. Essi sono posti in un ambiente precario, senza accesso a un riparo, all’acqua, al cibo e a servizio igienici di base.
I punti di accesso si sono moltiplicati, a rischio e pericolo di coloro che devono attraversare il confine. Ogni giorno, delle persone, compresi bambini, cercano disperatamente di passare. La precarietà della loro situazione e la necessità di trovare altri modi per attraversare il confine alimentano solo le reti di contrabbando e la tratta, fenomeni prosperati da entrambi i lati del confine.
Per rovesciare alcuni discorsi, contrari allo stesso diritto vigente, è indispensabile ribadire che qualunque sia il suo status, regolare o irregolare, ogni persona presente sul suolo francese, ha diritto al rispetto dei propri diritti umani.”