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Sgominata dalla Polizia banda internazionale di trafficanti di esseri umani, operava tra Ventimiglia e Nizza

30 gennaio 2017 | 18:02
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Sgominata dalla Polizia banda internazionale di trafficanti di esseri umani, operava tra Ventimiglia e Nizza
Sgominata dalla Polizia banda internazionale di trafficanti di esseri umani, operava tra Ventimiglia e Nizza
Sgominata dalla Polizia banda internazionale di trafficanti di esseri umani, operava tra Ventimiglia e Nizza
Sgominata dalla Polizia banda internazionale di trafficanti di esseri umani, operava tra Ventimiglia e Nizza
Sgominata dalla Polizia banda internazionale di trafficanti di esseri umani, operava tra Ventimiglia e Nizza
Sgominata dalla Polizia banda internazionale di trafficanti di esseri umani, operava tra Ventimiglia e Nizza

Era formata da afgani, albanesi, burkinabé ed egiziani

Imperia. Undici le persone arrestate in provincia nella maxi operazione volta a contrastare il traffico di esseri umani che ha visto collaborare la squadra mobile della Questura, al comando di Giuseppe Lodeserto, insieme con gli agenti della polizia di frontiera al comando di Martino Santacroce. Una vera e propria “agenzia del malaffare”, come l’ha definita il questore Leolpoldo Laricchia, “che organizzava viaggi dal centro dell’Africa fino in Francia e in altri paesi del nord Europa, in special modo l’Inghilterra”. Nell’imperiese operava una banda internazionale, formata da afgani, albanesi, burkinabé ed egiziani, veri attori di un’organizzazione che aveva sede a Milano ma che agiva principalmente a Ventimiglia e Nizza.

Due giovani cugini albanesi, in particolare, sono residenti a Ventimiglia: il 22enne Redon Shametaj e Neri Shametaj, coinvolti insieme ai loro complici in almeno 62 viaggi dell’orrore. Tutti gli undici arrestati rischiano una pena gravissima dai 5 ai 15 anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina con l’aggravante della transnazionalità, del trattamento disumano e di altri reati specifici, tra cui il trasporto di oltre cinque persone alla volta.

Di notte, stipati nei bauli delle automobili o nei cassoni dei furgoncini, chiusi a chiave con lucchetti dall’interno, venivano trasportati, come animali, decine di migranti alla volta. Tra questi anche un neonato di soli sei mesi. Pagavano dai quattrocento euro fino ai mille per raggiungere la loro meta. Una promessa che, però, spesso era illusoria. “Il viaggio più importante e significativo dal punto di vista numerico, ma anche per la disumanità dimostrata dai passeur, è quello che ci ha visto intervenire nel trasporto su un furgoncino Renault di 41 persone”, ha dichiarato Martino Santacroce, “Nel mezzo delle operazioni di polizia, l’autista, un albanese, è scappato, abbandonando i suoi passeggeri chiusi dentro il furgone, senza possibilità di uscire e salvarsi”. L’albanese è poi stato rintracciato nella sua abitazione di Ventimiglia dagli agenti di polizia grazie ad un’attività investigativa, coordinata dal procuratore aggiunto Grazia Pradella e da Lorenzo Fornace, e da uno scrupoloso lavoro di intelligence.

Lavoro, questo, che continuerà nei prossimi mesi per assicurare alla giustizia altri criminali e contrastare il fenomeno del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.