Sanremo, una casa in vendita dietro alla sparatoria in centro: si indaga se l’arma era già stata usata prima

2 gennaio 2017 | 17:02
Share0
Sanremo, una casa in vendita dietro alla sparatoria in centro: si indaga se l’arma era già stata usata prima
Sanremo, una casa in vendita dietro alla sparatoria in centro: si indaga se l’arma era già stata usata prima
Sanremo, una casa in vendita dietro alla sparatoria in centro: si indaga se l’arma era già stata usata prima
Sanremo, una casa in vendita dietro alla sparatoria in centro: si indaga se l’arma era già stata usata prima

Davide Ventre è in carcere con l’accusa di tentato omicidio

Sanremo. Ci sarebbe la compravendita di una casa dietro alla sparatoria avvenuta il 29 dicembre scorso nel cuore della “città dei fiori” al Rondò Volta. Intorno alle 14, il pluripregiudicato 42enne Davide Ventre (ora in carcere con l’accusa di tentato omicidio) aveva impugnato una pistola semiautomatica calibro 6.35 e poi esploso due colpi contro la Fiat Panda sulla quale viaggiavano due fratelli tunisini, entrambi regolari in Italia ed incensurati, ferendone lievemente uno ad una mano.

Resta ancora da chiarire la posizione di Ventre nella vicenda, ovvero il motivo per cui l’uomo, sia intervenuto nella compravendita dell’immobile, che non è di sua proprietà, attualmente occupato dai due stranieri e quale ruolo abbia nell’affare immobiliare. Secondo quanto ricostruito fino ad ora dalle indagini della polizia (il fascicolo è in mano alla dottoressa Francesca Sussarelli) i due tunisini occuperebbero da circa un anno un appartamento sulle colline di Sanremo e non avrebbero nessuna intenzione di trasferirsi nonostante questo sia in vendita. I due braccianti agricoli, inoltre, sarebbero indietro con alcune rate dell’affitto. Il prezzo dell’immobile potrebbe variare molto, abbassandosi rispetto al reale valore di mercato, se la trattativa venisse conclusa con ancora gli inquilini, pure morosi, all’interno.

L’epilogo della vicenda è ormai noto alle cronache: erano le due di un tranquillo giovedì pomeriggio quando Davide Ventre ha raggiunto i due tunisini in Rondò Volta. La discussione tra i tre uomini è degenerata tanto che l’italiano ha impugnato la sua pistola e ha esploso due colpi: un proiettile si è conficcato nella portiera destra della vettura, l’altro dal finestrino aperto ha raggiunto uno degli occupanti.

Oltre al movente, le indagini della Procura si concentrano sull’arma da fuoco: una semiautomatica di piccolo calibro, 6.35, rinvenuta il giorno seguente la sparatoria in una cantina nelle disponibilità di Ventre. Non è escluso infatti che la stessa arma sia stata utilizzata in altri episodi criminosi.