Salvagno ferito all’occhio da un razzo, il fratello Fulvio: “Facciamo appello all’Ambasciata per sapere chi è Mcinnes”
Operato alla tempia, alla fronte e allo zigomo a Torino tornerà a Imperia, la famiglia lancia un appello alle istituzioni
Imperia. “Aiutatemi ad arrivare all’Ambasciata Italiana in America o ad incontrare l’ambasciatore americano in Italia per capire chi è davvero William Mc Innes”. L’appello alle istituzioni e non solo arriva da Fulvio Salvagno, il fratello di Sergio, l’agronomo che più di due anni fa, venne ferito ad un occhio sparato durante lo sbarco dei pirati alle Vele d’Epoca. “Abbiamo speso 5 mila euro per scoprire poi che Mc Innes aveva due conti correnti in Francia con 70 e 17 euro – dice amaramente Salvagno – Forse abbiamo sbagliato strada. Ora cerchiamo di percorrere un’altra direzione e scoprire qualcosa in più di quest’uomo del quale si sa davvero pochissimo”.
Parla al telefono dal reparto maxillofacciale delle Molinette di Torino Fulvio Salvagno dopo che il fratello Sergio è stato operato alla tempia, alla fronte e allo zigomo dall’équipe del dottor Giovanni Gerbino. “Sette ore di intervento che per fortuna è riuscito. Ora Sergio è sedato e spero che tra dieci giorni possa essere dimesso – racconta – Questo era un intervento propedeutico alla ricostruzione del bulbo oculare dove poi verrà sistemato un occhio in grado di muoversi con quello che non è rimasto lesionato dal razzo. Ma è lunga anche la riabilitazione – dice – Sergio ha bisogno di cure e assistenza anche costose. Ma noi non ci arrendiamo e chiediamo aiuto affinché si possa arrivare dal ministro degli Esteri. Attraverso i canali diplomatici, forse, si potrebbe scoprire qualcosa in più di quest’uomo”.
Sergio tornerà quasi certamente alla clinica Sant’Anna ad Imperia, mentre i suoi parenti attendono l’udienza del prossimo mese relativa alla causa civile contro lo skipper americano. Si terrà davanti al giudice Silvana Oronzo. “Purtroppo un’assicurazione non copre il danno come atto improprio e sono state citate altre due assicurazioni. Le speranze di poter ottenere una somma di denaro per continuare a sostenere le spese necessarie per le cure sono ridotte al lumicino, ma noi – dice Salvagno – non ci arrendiamo e speriamo che qualcuno, di buon cuore, ci possa aiutare in questa battaglia senza fine”.