Riparata la falla al server del Comune di Pieve di Teco bucato dagli “hacker”

23 gennaio 2017 | 15:58
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Riparata la falla al server del Comune di Pieve di Teco bucato dagli “hacker”

Lo hanno scoperto gli uffici dopo aver aperto una email che sembra del tutto simile a quella del corriere espresso Sda

Pieve di Teco. E’ stata riparata la “falla” aperta nel server del Comune di Pieve di Teco dai pirati informatici. “Tutto risolto. Ora qualunque tipo di servizio amministrativo è disponibile, ma alcuni dati sono andati persi”. La conferma arriva dal sindaco Alessandro Alessandri che questa mattina era in Municipio per controllare la situazione.

“Venerdì scorso tutta l’attività era praticamente sospesa. Non era possibile richiedere documenti all’angrafe e pagare le tasse”. Che cosa è successo? “In Comune è arrivata una email del tutto simile a quella dell’espresso Sda – racconta il primo cittadino – in realtà era un messaggio falso che nascondeva una trappola. Dopo che è stata aperta i server del Municipio sono andati in tilt e per sbloccarli ci hanno chiesto un “riscatto” di 400 bitcoin – dice il primo cittadino – Ovviamente non abbiamo pagato nulla, ma anzi abbiamo subito informato della situazione la polizia delle telecomunicazioni affinché possa indagare su quanto è accaduto”.

Paralizzata dunque l’attività informatica del Comune di Pieve fino a quando i tecnici non hanno risolto il caso. E una segnalazione è stata inoltrata anche alla polizia postale.

Nuovi casi di email fraudolente sono state segnalate anche presso studi professionali e aziende imperiesi. “Tali e-mail – sottolineano alla polizia postale .- non sono comunicazioni di SDA, se doveste riceverle raccomandiamo di non cliccare su nessuno dei link o degli allegati contenuti, potrebbero infatti danneggiare il vostro computer, è sufficiente eliminare la e-mail. Tramite l’utilizzo di e-mail fraudolente, effettuando il cosiddetto phishing, persone e/organizzazioni tentano di acquisire dati sensibili per scopi illegali”.

Come spiegato dallo stesso Alessandri “queste e-mail sembrano provenire da SDA: utilizzano, infatti, il nome ed il logo in modo fraudolento e non autorizzato”. Ma l’azienda SDA non richiede mai tramite e-mail, informazioni personali, numeri di conti correnti, ID o password di vario genere. “Soprattutto SDA non richiede tramite e-mail il pagamento di spedizioni non effettuate realmente”, fanno sapere dalla polposte.