I pirati del web bloccano il server del Comune di Pieve di Teco, chiesto un riscatto per liberarlo

20 gennaio 2017 | 19:08
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I pirati del web bloccano il server del Comune di Pieve di Teco, chiesto un riscatto per liberarlo

Lo hanno scoperto gli uffici dopo aver aperto una email che sembra del tutto simile a quella del corriere espresso Sda

Pieve di Teco. Attacco hacker al Comune di Pieve di Teco. Il server dell’ente pubblico è finito ko. “Impossibile fare qualunque tipo di operazione, quindi richiedere documenti all’angrafe e pagare le tasse”. A confermarlo è il sindaco del paese più importante della Valle Arroscia Alessandro Alessandri. “In Comune è arrivata una email del tutto simile a quella dell’espresso Sda – racconta – in realtà era un messaggio falso che nascondeva una trappola. Dopo che è stata aperta i server del Municipio sono andati in tilt e per sbloccarli ci hanno chiesto un “riscatto” di 400 bitcoin – dice il primo cittadino – Ovviamente non abbiamo pagato nulla, ma anzi abbiamo subito informato della situazione la polizia delle telecomunicazioni affinché possa indagare su quanto è accaduto”.

Paralizzata dunque l’attività informatica del Comune di Pieve fino a quando i tecnici non ripristineranno il server. “Dovrà essere individuata la falla nel sistema e quindi riparato il danno”, afferma Alessandri. E il Comune non è il solo ad essere stato bersagliato dai pirati informatici specialisti nell’estorsione elettronica.  Nuovi casi di email fraudolente sono state segnalate anche presso studi professionali e aziende imperiesi. “Tali e-mail – sottolineano alla polizia postale .- non sono comunicazioni di SDA, se doveste riceverle raccomandiamo di non cliccare su nessuno dei link o degli allegati contenuti, potrebbero infatti danneggiare il vostro computer, è sufficiente eliminare la e-mail. Tramite l’utilizzo di e-mail fraudolente, effettuando il cosiddetto phishing, persone e/organizzazioni tentano di acquisire dati sensibili per scopi illegali”.

Come spiegato dallo stesso Alessandri “queste e-mail sembrano provenire da SDA: utilizzano, infatti, il nome ed il logo in modo fraudolento e non autorizzato”. Ma l’azienda SDA non richiede mai tramite e-mail, informazioni personali, numeri di conti correnti, ID o password di vario genere. “Soprattutto SDA non richiede tramite e-mail il pagamento di spedizioni non effettuate realmente”, fanno sapere dalla polposte.