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Dirigente comunale sospeso per sei mesi dal Comune di imperia

31 gennaio 2017 | 18:29
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Dirigente comunale sospeso per sei mesi dal Comune di imperia

Durante la sospensione precedente avrebbe lavorato senza chiedere l’autorizzazione all’ente pubblico

Imperia. La lettera è arrivata una mattina ai primi di dicembre spedita dal Comune. Lui, Ilvo Calzia, dirigente dell’ente pubblico, molto conosciuto in città, quasi non ci credeva. Nella missiva era riportata la decisione di sospendere il dirigente da ogni attività d’ufficio per sei mesi, praticamente sino alle porte dell’estate. A casa senza ma e senza forse, insomma.

Un fulmine a cielo sereno per Ilvo Calzia e la sua famiglia visto che era già stato reintegrato in Comune nel 2015 dopo la sentenza assolutoria di primo grado del 2014 a Torino per l’annosa questione del porto. Va però evidenziato che il suo coinvolgimento era abbastanza marginale in un’inchiesta che in città aveva destato molto scalpore e che è culminata in una seconda puntata, ovvero col processo d’appello.

Ma venendo al dicembre scorso emerge questa nuova sospensione. Calzia, dopo un lungo periodo di sospensione, era tornato in un ufficio seguendo con impegno tutta l’attività del settore che gli era stato affidato. Tutto liscio fino a quando nei primi giorni del mese scorso non è arrivata una nuova doccia fredda: sospeso dal servizio. Motivo? A quanto pare durante la precedente sospensione gli è stato contestato di essersi occupato di alcuni interventi edilizi, in qualità di libero professionista, senza aver chiesto l’autorizzazione all’ente pubblico.

Ma va anche precisato che Calzia non era in malattia e come un qualunque architetto ha collaborato per una consulenza di poche centinaia di euro, peraltro inserita anche nella dichiarazione dei redditi e quindi alla luce del sole.  Soldi incassati per poter pagare l’affitto di casa e garantire il sussidio di un bambino con bisogni speciali e soprattutto delle cure e visite mediche che ha dovuto sostenere.

Tuttavia è arrivata questa nuova sospensione tra l’altro nel pieno del processo di secondo grado, sempre a Torino, dove il procuratore generale Avenati Bassi ha chiesto l’assoluzione per avvenuta prescrizione. Forse, prima di qualsiasi provvedimento, si poteva attendere la sentenza pronunciata dalla Corte d’Appello attesa per fine febbraio, inizio marzo.

Ma non è tutto: Ilvo Calzia, convinto della sua assoluta innocenza sui fatti che erano stati contestati dalla procura di Imperia, ha chiesto di poter essere ascoltato in aula proprio al processo in corso all’ombra della Mole. Volontà accolta. L’udienza è stata fissata per il prossimo 13 febbraio. “Ho sempre agito nel massimo rispetto delle regole”, ha sempre sostenuto Calzia anche quando era stato sospeso, suo malgrado, la prima volta dal servizio. E anche questa volta, con molta determinazione, è pronto a chiarire la sua posizione di dirigente attento e professionale. Senza dimenticare che al funzionario comunale  non sono ancora stati liquidati gli stipendi arretrati dei tre anni della sospensione precedente.