Clochard a Sanremo, assistenza di Comune e Caritas per freddo e disagi

11 gennaio 2017 | 09:01
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Clochard a Sanremo, assistenza di Comune e Caritas per freddo e disagi

20 ospitati dal Comune, altri dalla Caritas ma c’è chi rifiuta ogni aiuto. Il punto con l’assessore Costanza Pireri

Sanremo. Le cronache nazionali riportano quotidianamente notizie di persone senza fissa dimora morte in seguito al gran freddo che ha colpito alcune regioni italiane. A Sanremo le temperature difficilmente raggiungono valori così pericolosi ma il problema dei senza tetto esiste ed è ben visibile in città, come sono visibili i disagi che devono affrontare.

Ma cosa si intende per “persona senza fissa dimora”? La rivista di psicologia “Gli psicologi” fornisce questa descrizione.    [ http://www.glipsicologi.info/wordpress/senza-fissa-dimora.html ]

L’opinione pubblica definisce spesso la persona senza fissa dimora col termine dispregiativo “barbone” richiamando alla mente immagini di scarsa pulizia, scarsa morale e devianza. Molti la etichettano come una persona che non ha voglia o che è incapace di lavorare e di avere relazioni sociali, magari pericolosa, perché alcolizzata, tossica o malata mentale, una persona in stato di povertà materiale ed immateriale portatrice di un disagio complesso, che non si esaurisce alla sola sfera dei bisogni primari, ma che investe l’intera sfera delle necessità della persona, specie sotto il profilo relazionale, emotivo ed affettivo.In Italia il senza fissa dimora è generalmente maschio, di età compresa tra i 18 e i 47 anni. Alla base ci sono sempre eventi di “rottura” (separazioni familiari, sfratti, perdita del lavoro, disagio psichico, fuga da casa da parte di un minore per furto/droga/amore, conflitti in famiglia, abbandoni scolastici, tossicodipendenza, carcere).”

Detto questo, com’è la situazione nel comune di Sanremo? C’è chi si aggiusta con giacigli ricavati per la strada, negli androni dei negozi o sotto il portico del Palafiori, chi nel parcheggio della stazione ferroviaria e chi dentro alla stazione stessa. 

La domanda che i cittadini più sensibili si rivolgono è sempre la stessa: il comune non può fare qualcosa per queste persone? Abbiamo quindi chiesto all’assessore alle Politiche sociali Costanza Pireri come funziona l’assistenza dei senza tetto a Sanremo.

Il Comune interviene sia con strutture proprie sia con l’apporto fondamentale della Caritas. In corso Inglesi esiste una struttura di accoglienza composta da più camere a due letti dove vengono accolte giornalmente una ventina di persone, tra le quali cinque donne. La struttura ha regole rigide perché le persone presentano quasi sempre dei problemi comportamentali che devono essere in qualche modo affrontati. C’è un custode notturno, un assistente psicologico, personale per le pulizie e tutto questo, anche se supportato dal lavoro di volontari, ha un costo elevato per il comune. Il resto dell’accoglienza, come le docce, i pasti, la fornitura di vestiario viene svolto dalla Caritas con il contributo del comune.”

Perchè allora per la strada si verifica quanto abbiamo esposto in apertura?

Non è solo una questione di posti disponibili. Molte persone disagiate non accettano le rigide regole dei posti di accoglienza: si deve arrivare al dormitorio entro le 19.30, uscirne la mattina alle 7.30 e non ci si può ad esempio presentare ubriachi – riprende la Pireri – ma la cosa più importante, e che molti non accettano, è che per avere diritto all’accoglienza del Comune si deve sostenere un colloquio e seguire un percorso di reinserimento sociale. Chi ci riesce, può passare ad una unità abitativa di secondo livello, fornita di servizi e con maggiore autonomia personale.”

In molti casi però chi vive per strada ha anche problemi psichiatrici che complicano ogni tentativo di reinserimento, e venendo comunque accolti nella struttura comunale diventano quasi stanziali bloccando il criterio di rotazione previsto per chi si trova occasionalmente in città. Sotto le feste infatti le presenze dei clochard aumentano e si forma una sorta di lista di attesa per accedere ai servizi offerti da Comune e caritas.

Il comune interviene nel limite delle possibilità economiche, che negli ultimi anni si sono ridotte notevolmente – continua l’assessore Pireri – e noi puntiamo sui contributi dello Stato e delle regioni. A questo proposito è bene precisare in cosa consistono gli 80.000 euro che secondo un comunicato dei giorni scorsi sarebbero stati stanziati dalla Regione per il comune di Sanremo, in prosecuzione dei progetti in essere da molti anni per lepolitiche di inclusione sociale e azioni di contrasto alla povertà e all’emarginazione.In realtà quei fondi vanno a Sanremo come comune capofila in base alla conferenza dei sindaci dell’Asl, e dovranno essere suddivisi con Ventimiglia e Imperia: in base alla ripartizione, la somma finale spettante a Sanremo potrebbe essere quindi inferiore ai 39.000 mila euro ricevuti l’anno scorso.Sicuramente arriveranno nel corso dell’anno anche altri contributi da parte dello Stato ma al momento dobbiamo contare su quanto c’è di sicuro. Solo la convenzione con la Caritas costa al comune una cifra intorno ai 70.000 euro all’anno.”

In conclusione, a Sanremo come in molte altre realtà italiane il Comune cerca di limitare i disagi di chi è costretto dalla vita a vivere per strada, ma in molti casi, quelli più visibili alla popolazione, l’offerta di aiuto viene rifiutata da chi di ne ha fatto una scelta di vita e non accetta limitazioni alla propria libertà. Un concetto di libertà difficile da capire, forse, ma possibile anche grazie al buon cuore della popolazione e alla tolleranza della loro presenza nelle stazioni ferroviarie e in altri luoghi pubblici, unico rifugio per vite che a volte ignoriamo di proposito per quella sgradevole sensazione che proviamo nel timore di poterci trovare un giorno nella stessa situazione.