Carcere di Imperia al collasso, il grido d’allarme del Sappe all’apertura dell’anno giudiziario
Chiesto alla regione che negli istituti di pensa si potenzi la presenza di medici specialisti per curare i detenuti malati
Imperia. Il carcere di Imperia scoppia. Secondo l’analisi compiuta dal Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria quello di via don Abbo a Oneglia risulta essere quello maggiormente sovraffollato con un indice di 137 detenuti.
I problemi in tutta la regione oggi si raccontano principalmente con un affollamento carcerario che, con i suoi circa 1400 detenuti (la Liguria ha una capienza di 1100 posti) la colloca al 5° posto nazionale con indice 130 (113 nel 2015). A Genova si tocca un indice 127. “Ma ciò che ci preoccupa – afferma il Sappe – è il silenzio che è calato sul carcere di Savona, soppresso il 28 dicembre del 2015 ed attualmente rimosso anche dalla memoria dell’interesse pubblico. Per il Sappe ligure l’edificazione del nuovo carcere a Savona è invece indispensabile perché incide sulla quotidianità dell’attività giudiziaria, sulle forze di Polizia che effettuano l’arresto, sulla Polizia Penitenziaria”.
Secondo il Sappe che ha effettuato questa analisi in concomitanza con l’apertura dell’anno giudiziario “le carceri liguri sono sempre coinvolte nella gestione di quei fenomeni malavitosi che contraddistinguono il territorio, come oggi sul terrorismo internazionale i dati in nostro possesso dicono che sono stati 5 i casi di detenuti con comportamenti sospetti quindi monitorati, mentre sono state 61 le perquisizioni effettuate nelle celle liguri conseguenti a sospetto di affiliazioni o comunque riconducibili a terrorismo internazionale, dando così alla Polizia Penitenziaria un importante ruolo”.
Anche gli eventi critici che inficiano la quotidianità operativa del poliziotto penitenziario e della sua incolumità sono da analizzare: nel 2016 sono stati 1830 ai quali sommiamo i quasi 500 casi di infortuni in carcere. In totale sono stati 2698 i casi più o meno importanti che hanno visto intervenire la Polizia Penitenziaria ligure. Nel 2016 gli “angeli del carcere” nonché Polizia Penitenziaria, in Liguria hanno sventato ben 36 tentativi di suicidio, sintomatico per riconoscere al Poliziotto penitenziario un determinante ruolo sociale ed umanitario nonché determinante per la sicurezza. I tentati suicidi sono in aumento – continua l’analisi il segretario nazionale Michele Lorenzo – e bisogna collegare questo dato anche alla detenzione di soggetti con disagio mentale i quali dovrebbero essere ospitati nelle Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza denominate REMS delle quali la Liguria purtroppo è sprovvista.
“Restando nell’ambito della sanità penitenziaria, registriamo la presenza di un elevato numero di detenuti affetti da patologie infettive, sono 45 detenuti affetti da HIV e 173 con epatite C e sono 453 i tossicodipendenti. Detenuti che richiedono di continua assistenza sanitaria. La sanità penitenziaria è di competenza delle Regioni, all’assessore regionale va il nostro invito affinchè negli istituti si potenzi la presenza di medici specialisti, oggi insufficienti. In tutta la Liguria sono 13 specialisti e 33 i medici generici”, sottolinea Michele Lorenzo, segretario regionale del Sappe.
Le criticità del sistema penitenziario ligure si connotano per un elevata percentuale di detenuti stranieri stimati in 718 mentre 678 sono italiani. Gli istituti di Imperia, Marassi e La Spezia si contendono il primato di maggiore concentrazione di stranieri, è necessario che venga agevolata la possibilità di far scontare la loro pena nei loro Paesi d’origine.
Emerge anche il dato della presenza di detenuti di età dai 18 ai 24 anni che al 31 dicembre sono stati 112, di questi 65 solo a Marassi. Un dato che non dovrebbe comparire nelle statistiche penitenziarie perché a questi soggetti non serve il carcere, dovrebbero essere affidati a strutture alternative, competenza questa che richiama l’attenzione della magistratura di sorveglianza, delle associazioni e di tutti gli Enti pubblici competenti.
Il quadro degli eventi critici registrati nella carceri liguri nel 2016 dati si raccontano in:
167 atti di aggressione con 8 ferimenti, 538 azioni di autolesionismo, 103 casi di danneggiamenti, 12 incendi dolosi, 441 invii urgenti al pronto soccorso, 152 scioperi della fame e sete, 7 atti turbativi la sicurezza e poi il dramma di 1 suicidio e 3 decessi e ripeto i 36 detenuti che hanno tentato il suicidio in carcere salvati dalla Polizia Penitenziaria quale unico punto di riferimento a garanzia della sicurezza penitenziaria La Polizia Penitenziaria ha intercettato e bloccato 23 telefonini, 7 coltelli ed in 13 casi, sostanze stupefacenti.
Questa mole di “criticità” viene contrastata solo dalla tenacia e professionalità della Polizia Penitenziaria spesso non valorizzata e sempre in una forte carenza d’organico, un dato su tutto, la carenza si conta in quasi 300 unità di Polizia Penitenziaria.
Per il segretario del Sappe Michele Lorenzo “i dati sono importanti perché servono per la valutazione del piano d’intervento, infatti se questi si fossero verificati in un luogo diverso dal carcere, avrebbero suscitato attenzione, fatto scattare il cosiddetto allarme sociale e porre i relativi correttivi. Allora allo stesso modo quello che accade negli istituti deve trovare analoga attenzione. E’ ovvio – conclude segretario regionale Michele Lorenzo – che la Liguria non può reggere tale ritmo, quindi è indispensabile che il ministro Orlando richieda l’attenzione dei responsabili dell’amministrazione penitenziaria, ma soprattutto come SAPPe richiamiamo l’attenzione dei politici liguri, perchè il combinato aumento popolazione detenuta, eventi critici e carenza della Polizia Penitenziaria, potrebbe compromettere seriamente tutto l’assetto sicurezza delle carceri liguri e ciò che ne è collegato”.