Ventimiglia, il giorno dopo la tragedia di via Sant’Anna resta lo sgomento: “Gaetano Pedalino era un uomo onesto”

7 dicembre 2016 | 10:16
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Ventimiglia, il giorno dopo la tragedia di via Sant’Anna resta lo sgomento: “Gaetano Pedalino era un uomo onesto”
Ventimiglia, il giorno dopo la tragedia di via Sant’Anna resta lo sgomento: “Gaetano Pedalino era un uomo onesto”
Ventimiglia, il giorno dopo la tragedia di via Sant’Anna resta lo sgomento: “Gaetano Pedalino era un uomo onesto”
Ventimiglia, il giorno dopo la tragedia di via Sant’Anna resta lo sgomento: “Gaetano Pedalino era un uomo onesto”

Il corpo dell’uomo resta a disposizione della magistratura: in forse l’autopisa

Ventimiglia. E’ ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria, presso l’obitorio dell’ospedale di Sanremo, il corpo di Gaetano Pedalino: l’artigiano edile di 69 anni, residente a Camporosso, che ieri mattina ha incendiato la casa dei cognati, una villetta in via Sant’Anna, per un debito che vantava nei loro confronti ed è rimasto vittima delle fiamme da lui stesso appiccate.

Sarà il magistrato a decidere se richiedere l’esame autoptico, anche se l’ipotesi più probabile è che la salma venga restituita alla famiglia al più presto: sembrano ormai essere arrivate alla conclusione le indagini svolte dai carabinieri della città di confine e coordinate dal pm Marco Zocco. Ancora sotto sequestro la villetta dei coniugi Lombardi, teatro della tragedia.

Restano gravi le condizioni di Rosina Natale, 65 anni, cognata di Pedalino: la donna si è procurata ustioni a volto, collo e addome tentando di salvare il marito della sorella. E’ ricoverata a Villa Scassi, il Centro Grandi ustionati di Genova Sampierdarena. Le ustioni sul suo corpo sembrano meno gravi di quanto apparso ieri, ma la donna ha respirato il fumo della benzina bruciata, rischiando l’asfissia.

C’è sgomento a Camporosso per quanto accaduto ieri: Gaetano Pedalino, che abitava in via Turistica, in paese lo ricordano tutti come un lavoratore onesto, un muratore, una brava persona.
Ieri mattina, poco dopo le 9,00, Pedalino ha telefonato a Rosario Lombardo, marito di Rosina Natale:“Ti brucio la casa”, gli ha detto, riferendosi a quella villetta non lontana dalle Gallardi che proprio lui aveva costruito ai due coniugi di origini bresciane. Per questo lavoro, stando a quanto ricostruito fino ad ora dagli inquirenti, Gaetano Pedalino non era stato pagato: voleva che i coniugi Lombardi saldassero quel debito.

La villa era in vendita, disabitata: lo dimostrano le utenze, staccate. Rosario Lombardo e Rosina Natale avevano trovato un acquirente: mancava la firma dal notaio e l’atto di vendita sarebbe stato completo. Gaetano Pedalino, però, ha messo fine a tutto, bruciando quella casa che aveva dato inizio alla lite in famiglia e morendo asfissiato nell’incendio in mansarda.