Ventimiglia, “Abbandonati da 30 anni con una montagna che ci frana addosso”: parlano i residenti delle case comunali

15 dicembre 2016 | 07:00
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Ventimiglia, “Abbandonati da 30 anni con una montagna che ci frana addosso”: parlano i residenti delle case comunali
Ventimiglia, “Abbandonati da 30 anni con una montagna che ci frana addosso”: parlano i residenti delle case comunali
Ventimiglia, “Abbandonati da 30 anni con una montagna che ci frana addosso”: parlano i residenti delle case comunali
Ventimiglia, “Abbandonati da 30 anni con una montagna che ci frana addosso”: parlano i residenti delle case comunali
Ventimiglia, “Abbandonati da 30 anni con una montagna che ci frana addosso”: parlano i residenti delle case comunali

In via Montale, al civico 2, i problemi sono tanti

Ventimiglia. La montagna sta franando, dai terrazzi cadono cornicioni, il portone d’ingresso è rotto da 15 anni e negli appartamenti entra l’acqua ogni volta che piove: sono questi alcuni dei problemi che devono affrontare, quotidianamente da oltre vent’anni, i residenti del condominio “Carminati”, immobile comunale gestito dall’ARTE.

A raccontare tutte le battaglie perse e la difficile situazione in cui vivono sono Luigi Pristerà, Antonella Casellato, Michele Cassone, Michele Sofia e Bruno Cortese: “Chiediamo per prima cosa la sicurezza”, dicono i condomini “abbandonati”, “Speriamo che qualcuno intervenga prima che ci scappi il morto: lì sotto ci giocano i bambini”. E mentre lo dicono, indicano la roccia che sta franando e che, nel 2003, ha già distrutto l’Alfa 115 twin spark di proprietà di Pristerà. “Qui ogni volta che piove incrociamo le dita”, dicono. Dopo aver tentato invano di far sentire la propria voce in Comune, i residenti annunciano: “Ora chiediamo un appuntamento con il sindaco, ma non a palazzo. Deve venire qui da noi e toccare con mano la situazione”.

Al civico 2 di via Eugenio Montale i problemi sono talmente tanti che bisogna prender nota per ricordarseli tutti: oltre alla montagna che frana, ci sono i terrazzi pericolanti, dai quali piovono cornicioni, il tetto che ormai non ripara più dalla pioggia e che andrebbe impermeabilizzato, la sporcizia che regna sovrana nel “boschetto” davanti alle case che porta topi e bisce lunghe anche due metri, la muffa che invade le stanze, le infiltrazioni d’acqua, le caldaie non a norma e il portone d’ingresso rotto da oltre 15 anni: “Ogni tanto qui entra qualcuno”, raccontano i residenti, “A volte li cacciamo via noi, altre volte chiamiamo i carabinieri”. C’è chi cerca riparo nelle scale e si porta qualche alcolico da consumare al chiuso e chi addirittura sfonda le porte degli alloggi nel tentativo di occuparli. “Se aggiustassero il portone, almeno, questo problema non sussisterebbe”.

Eppure i condomini un affitto lo pagano e chiedono semplicemente che qualcuno intervenga. Dopo aver firmato petizioni e chiesto più volte agli uffici comunali e all’ARTE di Imperia, i residenti lanciano l’ultima sfida: “Aggiustiamo noi i nostri appartamenti, ma smettiamo di pagare l’affitto”. Ma il pericolo più grande, quello della frana a monte, deve essere risolto in fretta. E non da loro: “Per quello non possiamo fare niente, qualcuno ci deve ascoltare”.