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Cronaca
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Sostanze radioattive non tracciate uscite dall’ospedale di Imperia, funzionario Asl a processo

20 dicembre 2016 | 18:50
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Sostanze radioattive non tracciate uscite dall’ospedale di Imperia, funzionario Asl a processo

Il processo aperto davanti al giudice di Gamba proseguirà in primavera quando arriverà a sentenza

Imperia. La storia risale all’anno scorso quando i tecnici dell’Arpal scoprirono un contenitore sospetto finito nel deposito di un’azienda di Arenzano specializzata nello smaltimento di rifiuti speciali. Quel contenitore secondo l’Arpal conteneva materiale radioattivo che, seppur non nocivo per l’ambiente, non era stato conferito correttamente dall’ospedale di Imperia.

A finire sotto processo è stato Franco Revelli, ausiliario della direzione generale dell’Asl 1 Imperiese nonché responsabile della gestione dei rifiuti, che questa mattina è comparso in tribunale a Imperia, anche se secondo il suo legale, l’avvocato Emilio Varaldo, “si tratta di un errore giudiziario perché in realtà, se illecito vi è stato, i responsabili dovevano essere altre persone che non sono state citate”.

La storia, in sostanza, è questa: i tecnici dell’Arpal, nel corso delle loro ispezioni, hanno individuato un biobox proveniente dall’ospedale di Imperia. Era sigillato. Hanno provveduto a fare un attento screening del suo contenuto scoprendo che non vi ea contenuto un rifiuto sanitario pericoloso infettivo, ma sostanze radioattive provenienti da pannolini e garze di un paziente che in due circostanze diverse era stato sottoposto a due esami specialistici presso la medicina nucleare dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure.

Secondo l’accusa le procedure di smaltimento seguite per la gestione di quel contenitore non avrebbero rispettato le indicazioni disposte dal dottor Revelli, ma come sostiene il legale “forse l’errore è stato commesso da altre persone in una catena inferiore rispetto alla gerarchia sanitaria dell’Asl 1”.

Questa mattina in aula sono stati ascoltati un ispettore dell’Arpal che aveva scoperto il “biobox” che non era stato tracciato correttamente e una funzionaria dell’Asl che ha spiegato le procedure di conferimento dei contenitori all’ospedale di Imperia. Nella prossima udienza di marzo saranno ascoltati i testi della difesa e quindi si arriverà probabilmente alla sentenza.