Questuanti a Sanremo. Le considerazioni di Fabrizio Lupi

8 dicembre 2016 | 20:32
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Questuanti a Sanremo. Le considerazioni di Fabrizio Lupi

“Che la Curia presti maggiore attenzione ai movimenti dei suoi graditi ‘ospiti’ “

Sanremo. È di ieri la notizia dell’effettuazione di un blitz anti clochard e questuanti da parte della Polizia Municipale e della Polizia di Stato.

Per mia curiosità, visto che il problema è annoso, noto ed interessa sempre le medesime zone  – Vesca, Pian di Poma e stazione ferroviaria -, ho fatto una ricerca per cercare di capire ogni quanto questi blitz vengono attuati: oltre quello odierno, si trovano notizie di analoghe operazioni a metà novembre, un ritrovamento di giacigli ed accampamenti nel torrente S. Martino ad inizio novembre e poi…. un blitz a fine aprile!

Direi che far passare sette mesi è un po’ troppo, e dire che l’operazione di controllo della città si chiama “Senza fretta, senza tregua“: in quasi 200 giorni, fretta di “stressare” questi individui non la si è certo avuta e, quanto alla tregua, si è concesso, a mio personale avviso, anche fin troppo. Tanto più che, molto spesso, trattasi di luoghi e persone già note alle forze dell’ordine: certamente, trattandosi spesso di cittadini comunitari, risulta difficile porre in essere qualunque azione di allontanamento dal suolo patrio.

C’è però anche un altro aspetto della questua che coinvolge la città, a cui nessuno sembra dare attenzione e che coinvolge i clandestini (tali sono giungendo illegalmente in Italia, con buona pace dei buonisti) ospiti del centro di accoglienza della Curia sito in Salita San Pietro primo tratto: essi non sono comunitari e dovrebbe essere più semplice l’allontanamento coatto senza ritorno.

Questi individui, con presenza giornaliera, stendono il cappello lungo tutto Corso Garibaldi: venerdì mattina, nel tratto tra la Chiesa degli Angeli e il Rondò Garibaldi, ne ho contati una dozzina, equamente distribuiti sui due lati della via.

Ora, se ad ogni cappello il povero cittadino che passa nella strada dovesse dare anche solo 0.50 cents è facile capire che la “tassa” per attraversare il corso diventa cospicua; soprattutto perché, in molti casi, pesa sulle tasche dei molti anziani che fanno i loro acquisti nei negozi e nelle botteghe lì presenti.

Il risultato, ben presto, sarà un progressivo abbandono della via da parte di quei consumatori stanchi di sottostare a richieste (spesso insistenti) e gabelle. Risulta poi difficile comprendere il motivo di tale questua: in fin dei conti, vitto ed alloggio sono già garantiti e non dovrebbero preoccuparsi di altro. Sarebbe meglio informare tali clandestini che, se mettono in atto questo sistema di elemosine per racimolare i soldi necessari a passare la frontiera francese, perdono il loro tempo in quanto la Gendarmerie provvede regolarmente ai rimpatri di quanti pescati nel territorio d’Oltralpe.

In molti si domandano se questo problema compaia solo agli occhi dei cittadini comuni, scomparendo qualora nella via dovesse passare un nostro amministratore. Certamente, è ormai necessario porvi rimedio facendo in modo che la Curia presti maggiore attenzione ai movimenti dei suoi graditi “ospiti”. Soprattutto in vista delle imminenti festività natalizie che, certamente, porteranno molti a frequentare i negozi del centro.

Fabrizio Lupi