Post alluvione, il sindaco di Pieve di Teco: “Devo ipotecare il Municipio per ricoprire le somme urgenze”

27 dicembre 2016 | 13:08
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Post alluvione, il sindaco di Pieve di Teco: “Devo ipotecare il Municipio per ricoprire le somme urgenze”
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Post alluvione, il sindaco di Pieve di Teco: “Devo ipotecare il Municipio per ricoprire le somme urgenze”
Post alluvione, il sindaco di Pieve di Teco: “Devo ipotecare il Municipio per ricoprire le somme urgenze”
Post alluvione, il sindaco di Pieve di Teco: “Devo ipotecare il Municipio per ricoprire le somme urgenze”

Le forti piogge hanno messo in ginocchio un’intera comunità, che oggi si ritrova ancora a fare i conti con le opere di ricostruzione, bonifica e messa in sicurezza

Pieve di Teco. L’alluvione dello scorso 24 novembre ha drammaticamente segnato il territorio della Valle Arroscia e i suoi abitanti. Le forti piogge hanno messo in ginocchio un’intera comunità montana, che oggi, a poco più di un mese da quel fatidico giorno, si ritrova ancora a fare i conti con le opere di ricostruzione, bonifica e messa in sicurezza senza disporre dei fondi necessari e promessi. Come a Pieve di Teco e in particolare nella frazione di Lovegno.

“Dopo la dichiarazione dello stato di emergenza – spiega Alessandro Alessandri, sindaco di Pieve di Teco e guida dell’Unione dei Comuni della vallata  – il Consiglio dei ministri ha stanziato per la Liguria undici milioni di euro che dovranno essere ripartiti fra la provincia di Imperia e quella di Savona. A questi la Regione ha aggiunto altri cinque milioni. In totale 16 milioni che oltre a non bastare neppure per le fatture delle ditte, non sappiamo né come né quando arriveranno. A questo punto, mi vedo costretto a ipotecare il Municipio per ricoprire le somme urgenze che si assestano intorno i 662 mila euro. Lo discuteremo stasera in Consiglio comunale”.

Il patrimonio immobiliare pubblico, dunque, come garanzia per pagare imprese operaie e svolgere gli interventi necessari, soprattutto: ripristinare la rete idrica, quella fognaria, liberare la strada principale dai resti di una frana e ripulire dal fango. “È inconcepibile – prosegue Alessandri –  che a un mese dall’alluvione non sia ancora stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale l’ordinanza della Protezione civile, il solo documento che possa darci i criteri e le misure con cui agire. Abbiamo trascorso delle feste tristissime, è stato molto difficile respirare e ricreare l’atmosfera natalizia: ogni abitante ha la testa altrove, immersa nei problemi. A volte penso che servirebbe un miracolo, almeno per cambiare certa gente.

“Oggi è il 27 dicembre – conclude amareggiato il Sindaco – e io sto compiendo un sopralluogo sul territorio colpito. Alcuni dicono che i Sindaci sono degli eroi. No, non siamo degli eroi ma diversamente da altri abbiamo a cuore la nostra gente e la nostra terra e agiamo di conseguenza. Dal mio personale punto di vista sono molto deluso e arrabbiato. Fino a qualche anno fa, Lovegno contava appena tre abitanti. A fine 2016 sono una ventina. Il paese si è ripopolato, addirittura una famiglia ha aperto un bed and breakfast investendo in un nuovo circuito economico. E questa gente, la mia gente per quanto tempo ancora deve ascoltare panzane? E perché bisogna far morire nuovamente un luogo che a fatica stava provando a rinascere?”