Misterioso documento affisso sullo striscione dell’Agnesi, lo stabilimento condannato alla chiusura

5 dicembre 2016 | 15:51
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Misterioso documento affisso sullo striscione dell’Agnesi, lo stabilimento condannato alla chiusura

Lavoratori con la lettera di licenziamento in tasca: dalla prossima settimana lo stabilimento chiuderà i battenti

Imperia. Lo scorso fine settimana le lettere di licenziamento recapitate dalla direzione ai dipendenti, oggi un misterioso documento affisso sopra lo striscione che da mesi era appeso davanti all’ingresso del pastificio Agnesi di via Schiva a Oneglia. Chi lo ha scritto? Resta un mistero.  “Non sono siamesi, amano la goliardia di originale Dio solo sa cosa ci sia. Un forestiero voleva lavorare, ma hanno impedito al paron di firmare. Tale paron della casa di mezzo obbedisce senza intermezzo. Presidente? manco pe’ niente. Sto punto le somme bisogna tirare. Cari signori, concittadini Fratelli, per la vostra gloria, molti sono in cacca e vi devono ringraziare. Chi sa capisce. Poche parole a buoni intenditori”.

Nulla di offensivo ma che pone diversi interrogativi tra i dipendenti dello stabilimento onegliese che la settimana scorsa hanno subito l’ennesima doccia fredda: le lettere di licenziamento e la conferma che dal prossimo 17 dicembre la fabbrica cesserà la sua storica attività.

Brutta pagina nella storia di una città che perde un simbolo e uno slogan “Silenzio parla Agnesi” conosciuto in tutti gli angoli della Penisola. Lavoratori disarmati, delusi per le promesse fatte da amministratori e politici. E ora questo documento anonimo che è stato ritrovato proprio all’ingresso dello stabilimento di via Schiva ad alimentare altri dubbi tra i lavoratori che vivranno uno dei periodi natalizi più bui della loro storia: “Non c’è nulla da festeggiare – dicono – Siamo ormai al capitolo finale. Lasciamo l’azienda nel silenzio assordante. Certamente nessuno di noi si aspettava un atteggiamento del genere. Chi ha scritto quel volantino a penna? Nessuno lo sa, ma mettere in luce una storia davvero finita male”.