Linea Verde trova l'”oro verde perduto” tra le eccellenze del ponente ligure

4 dicembre 2016 | 14:24
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Un viaggio dedicato all’oliva taggiasca

Imperia. Nell’annus horribilis per l’olio extravergine italiano, nel quale si stimano cali produttivi attorno al 40% di media, Linea Verde nella puntata in onda il 4 dicembre, su Rai1 alle 12.20, è andata nel Ponente Ligure alla ricerca dell’olio verde perduto: l’extravergine di taggiasca. Imperia è stata per almeno un secolo e mezzo la capitale mondiale dell’olio d’oliva e dal porto di Oneglia partivano bastimenti carichi di extravergine. Poi i costi produttivi aumentati e la concorrenza di altri paesi hanno determinato un progressivo abbandono degli uliveti tanto che oggi si pone un problema anche di tenuta ambientale. Eppure, proprio nell’anno della crisi, si avverte un desiderio di ritorno alla coltivazione di questa pianta simbolo del Mediterraneo e orgoglio del Ponente Ligure. Con Patrizio Roversi si sono scoperte dapprima le lattine souvenir che gli immigrati si facevano spedire per ricordarsi dell’Italia col profumo dell’olio e le immagini delle glorie patrie, poi in compagnia di un giovane olivicoltore si capirà perché c’è stato l’abbandono delle coltivazioni e cosa determina oggi il ritorno in campagna.

Sempre Patrizio è andato alla scoperta di un’azienda agricola dove il produttore ha fatto una scelta di vita: sulle colline di Bordighera invece di cedere alle lusinghe della speculazione immobiliare si è dato alla coltivazione biodinamica. In elicottero si scoprirà dall’alto la bellezza delle coltivazioni della valle Impero e della Val Nervia per arrivare in cima ad Airole dove un’intera montagna è stata recuperata con i terrazzamenti caratteristici della Liguria alla coltivazione della vite e dell’ulivo. Qui Patrizio Roversi ha fatto anche il pane che porterà poi sul ponte di Dolceacqua, dove ha incontrato Daniela Ferolla. E’ stata Daniela a recarsi in luoghi magici dove la coltura dell’ulivo sfuma nel sacro e nella meditazione.

A Borgomaro si conosceranno tre monaci benedettini che hanno ripristinato la coltivazione dell’ulivo attorno a un’antica abbazia, poi si andrà a Pontedassio a frangere le olive in un frantoio che coniuga sistemi antichi di macinazione (le pietre) con macchine ultramoderne per l’estrazione dell’extravergine. E ancora Daniela a Lucinasco è andata alla scoperta di un luogo d’incanto: un antichissimo uliveto dove si praticano massaggi, dove l’extravergine diventa elisir di benessere fisico e psicologico e dove l’olio ha un valore prima di tutto antropologico e culturale. Da Lucinasco Daniela è scesa con il suo olio a Dolceacqua e sul ponte che è stato ritratto da Monet ed è diventato un’icona della pittura impressionista si riunirà con Patrizio per una bruschetta beneagurante, per dire che alla fine Linea Verde l’oro verde perduto lo ha trovato: è l’olio extravergine italiano.