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Ipocondria: “il malato immaginario”

15 dicembre 2016 | 09:37
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Ipocondria: “il malato immaginario”

E’ il timore di una persona di essere affetta o di contrarre una malattia grave

L’ipocondria e’ definita come il timore di una persona di essere affetta o di contrarre una malattia grave. Questo timore o convinzione sorge quando una persona interpreta erroneamente sintomi o funzioni dell’organismo. L’ipocondria può essere definita da un pensiero vissuto con paura o come convincimento non delirante di avere una malattia abbastanza grave: al contempo riscontri medici obiettivi non giustificano l’entità delle angosce del paziente.

Il timore o l’idea di malattia e’ tenace, determinando sofferenze e disagio con uno stato di costanti preoccupazioni, dubbi, perplessità, idee prevalenti, sospetti circa il proprio stato di salute fisica e psichica; tali temi per quanto temporaneamente attenuabili con rassicurazioni, tendono a riproporsi, in rapporto a stimoli e ad eventi anche di scarso rilievo. Spesso sensazioni o manifestazioni corporee banali vengono interpretate come abnormi e preoccupanti.

La caratteristica dell’ipocondriaco e’ la continua attenzione rivolta alle proprie sensazioni corporee o segni fisici, allo scopo di identificare la malattia. Per quanto tutti gli organi possano essere interessati, più frequente e’ la focalizzazione su uno o due organi e sistemi del corpo come il cuore, lo stomaco, le funzioni intestinali ed altri. Gli ipocondriaci si allarmano facilmente, anche solo sentendo che qualch’altro si e’ ammalato o sta leggendo una notizia legata alla salute.

Il termine ipocondria deriva dall’antico termine medico hypochondrium, che significa al di sotto delle costole, e riflette il comune sintomo addominale riferito da molti pazienti con questo disturbo. Le preoccupazioni dell’individuo causano un significativo stress e limitano il suo funzionamento personale, sociale e lavorativo. Possono essere presenti disturbi ansiosi-depressivi conseguenti o concomitanti l’espressività ipocondriaca. I sintomi riferiti dall’ipocondriaco riflettono un’interpretazione erronea dei sintomi somatici.

Le persone ipocondriache aumentano e amplificano le proprie percezioni somatiche, hanno una soglia del dolore più bassa e una minore tolleranza per il disagio fisico. La persona ipocondriaca può focalizzarsi su una sensazione corporea, interpretarla erroneamente e allarmarsi a causa del proprio schema cognitivo alterato. I sintomi dell’ipocondria vengono visti come una richiesta di accettazione del ruolo di malato fatta da un individuo che sta confrontandosi con problemi apparentemente insormontabili e irresolubili. Il ruolo di malato offre una via di fuga, poiché al malato e’ concesso di evitare situazioni dannose e di rimandare competizioni indesiderate ed e’ esonerato dai doveri solitamente attesi.

I pazienti ipocondriaci hanno un immagine di se’ caratterizzata dalla fragilità, vulnerabilità; il corpo riveste il ruolo del punto di contatto con il mondo esterno, rappresenta la nostra immagine allo specchio e il modo in cui percepiamo interamente noi stessi. Quindi la fragilitaà del corpo direttamente collegata con la fragilità mentale dell’individuo. La sensazione di vulnerabilità porta i pazienti a modificare la loro vita in funzione della presunta malattia, adottando uno stile prudenzionale, simile a quello che adotterebbe una persona in cui sia stata fatta una diagnosi e comportandosi da malato, prima ancora di essere certo di esserlo.

L’ipocondria, inoltre si accompagna spesso al timore della morte, una paura ancestrale e condivisa dall’umanità che il paziente tende a controllare attraverso continui esami medici tesi a rassicurarsi e ad allontanare le fantasie concernenti la propria vulnerabilità. Il paziente ipocondriaco non riconosce la natura psicologica del disturbo e persevera nel cercare una spiegazione organica al suo disagio. Il timore di sviluppare una patologia medica rivela una grande vulnerabilità. Il disagio dell’individuo non proviene principalmente dal sintomo in se’, quanto dall’ansia derivante dalla situazione.

Il trattamento e’ basato sulla terapia farmacologica e la psicoterapia, con utilizzo di tecniche di rilassamento per insegnare al paziente a gestire l’ansia. L’obiettivo del percorso di psicoterapia e’ prendere consapevolezza dei pensieri disfunzionali, dei meccanismi o situazioni che attivano l’ansia e a sviluppare modalità funzionali , migliorando l’andamento personale, sociale e lavorativo.
Dottoressa Daniela Lazzarotti

www.danielalazzarotti.com

www.facebook.com/dottoressalazzarotti