Bordighera, le ingessano una gamba per una frattura alla tibia ma l’osso è intatto

8 dicembre 2016 | 10:07
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Bordighera, le ingessano una gamba per una frattura alla tibia ma l’osso è intatto
Bordighera, le ingessano una gamba per una frattura alla tibia ma l’osso è intatto
Bordighera, le ingessano una gamba per una frattura alla tibia ma l’osso è intatto

Asl: “Errore di valutazione del medico. Può capitare”

Bordighera. “Ho portato mia figlia all’ospedale perché il ginocchio era rosso e gonfio dopo una caduta in motorino. Mi hanno detto che aveva la tibia rotta e le hanno ingessato la gamba dal ginocchio alla caviglia. Ma il giorno dopo, un ortopedico di Sanremo, le ha tolto il gesso”. E’ incredula P.F., mamma di una ragazzina di 15 anni che lunedì pomeriggio è scivolata dallo scooter mentre si esercitava per prendere il patentino.

“Erano circa le 17,00”, racconta la donna, “Ho preso mia figlia e l’ho accompagnata all’ospedale di Bordighera. Dopo tre ore di attesa le hanno fatto i raggi e quando siamo rientrati dalla dottoressa del pronto soccorso, lei ci ha detto che c’era una piccola frattura proprio sotto il ginocchio, alla base della tibia”. La dottoressa rilascia una prognosi di 30 giorni alla ragazzina e dichiara che il gesso è necessario anche se si tratta di una frattura piccola.

Alla 15enne viene anche fissato un appuntamento per il giorno successivo all’ospedale di Sanremo per una visita specialistica. Qui madre e figlia scoprono che la frattura non c’è. “Sono senza parole”, dichiara la donna, “A Sanremo non uno, ma due medici guardando le lastre mi hanno detto che di frattura non ce n’era e che a Bordighera, probabilmente, avevano confuso la linea della crescita dell’osso (normale di una ragazza di 15 anni) o un nervo per una frattura”.

Alla ragazza il gesso è stato rimosso ed è uscita dall’ospedale camminando sulle sue gambe: “Le hanno solo consigliato di non caricare il ginocchio del peso corporeo per una decina di giorni, perché ha una brutta contusione. Tutto qui”.

L’Asl replica parlando di un probabile errore di valutazione del medico vista la difficoltà, alle volte, di riconoscere microfratture.