32° edizione della “Stréna de Deinà” a Ventimiglia, il sindaco Ioculano fa il discorso in dialetto

20 dicembre 2016 | 20:47
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32° edizione della “Stréna de Deinà” a Ventimiglia, il sindaco Ioculano fa il discorso in dialetto
32° edizione della “Stréna de Deinà” a Ventimiglia, il sindaco Ioculano fa il discorso in dialetto
32° edizione della “Stréna de Deinà” a Ventimiglia, il sindaco Ioculano fa il discorso in dialetto
32° edizione della “Stréna de Deinà” a Ventimiglia, il sindaco Ioculano fa il discorso in dialetto
32° edizione della “Stréna de Deinà” a Ventimiglia, il sindaco Ioculano fa il discorso in dialetto
32° edizione della “Stréna de Deinà” a Ventimiglia, il sindaco Ioculano fa il discorso in dialetto

Erano presenti il vescovo Suetta, le autorità e le associazioni locali

Ventimiglia. Questo pomeriggio nella sala consiliare del Comune di Ventimiglia si è svolta la 32° edizione della “Stréna de Deinà”. Come da tradizione, alla vigilia delle festività di fine anno, le associazioni operanti nella città di confine si sono riunite per lo scambio degli auguri con le autorità cittadine.

Alla cerimonia erano presenti il sindaco Enrico Ioculano, l’amministrazione comunale rappresentata dall’assessore Franco Faraldi,Vera Nesci, Gabriele Campagna, Pio Guido Felici, i consiglieri Diego Ferrari, Franco Paganelli, Vincenzo Vitetta, Patrizia Aquista, il vescovo della Diocesi di Ventimiglia-Sanremo mons.Antonio Suetta, le autorità, le associazioni locali e la popolazione. La cerimonia si è aperta con il discorso del signor Luigino Maccario, cancelliere della Cumpagnia d’i Ventemigliusi, che ha ripercorso la storia marinara di Ventimiglia.

E’ stata letta una poesia in dialetto e anche il sindaco ha tenuto il suo discorso in dialetto per rendere onore alla tradizione riscuotendo l’approvazione delle associazioni presenti. Si è tenuta poi la consegna di un dono rituale al primo cittadino con l’augurio per un miglior anno futuro. Si tratta della Strena, una piccola giara istoriata contenente mandorle, noci, nocciole, castagne e fichi secchi, guarniti da una fronda d’alloro. L’originalità della giaretta, pezzo unico di anno in anno, risiede nell’applicazione di un tassello ceramico che raffigura una diversa attività umana tra i lavori della tradizione. Infine il vescovo ha ringraziato citando un passo dal Vangelo:

Dopo lo scambio degli auguri di Natale è stato offerto un piccolo rinfresco.