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Walter Gandolfo, la “sentinella” del paese fantasma di Monesi: “Qui ci sono nato e ci morirò”

27 novembre 2016 | 10:01
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Walter Gandolfo, la “sentinella” del paese fantasma di Monesi: “Qui ci sono nato e ci morirò”
Walter Gandolfo, la “sentinella” del paese fantasma di Monesi: “Qui ci sono nato e ci morirò”
Walter Gandolfo, la “sentinella” del paese fantasma di Monesi: “Qui ci sono nato e ci morirò”

E’ lo storico ristoratore di San Bernardo di Mendatica: con la sua compagna è isolato dal mondo

Mendatica. Walter Gandolfo benemerito e tenace titolare dello storico ristorante Da Settimia e maestro di scii Monesi Borgo Antico è diventato l’ultimo abitante del paese fantasma evacuato dopo che una grossa frana minaccia di travolgere due paesi: “Qui ci sono nato e ci morirò”.

Lui e la sua compagna Giovanna, la notte della tempesta d’acqua e della montagna che sparava pietre da tutte le parti, era in casa. “Pioveva fortissimo, era qualcosa di spaventoso. Non smetteva un secondo. Mi sono sentito morire. Erano le due di notte: l’acqua arrivava da sotto il pavimento – racconta – sembrava di essere sotto un bombardamento. Sentivamo come delle fortissime esplosioni poco distante dall’albergo. E’ stato terribile”.

Solo la mattina dopo Walter e Giovanna hanno capito che l’alluvione di giovedì scorso aveva distrutto la strada per Piaggia quando un ragazzo che lavora alla stazione sciistica di Monesi ha raccontato che la montagna si era mangiata la strada. Adesso sono isolati dal resto del mondo. Si arriva lì percorrendo decine e decine di chilometri dal Colle di  Nava. Poi la strada s’interrompe e più in là non si può andare.

La coppia di ristoratori è diventata la “sentinelle” di Monesi di Mendatica, Piaggia di Briga Alta e Monesi di Triora. Paesi isolati, chiusi per frana, da tre giorni “fantasma” dove non c’è un’anima viva. Tutti evacuati in auto e in elicottero per ragioni di sicurezza e dopo un’ordinanza di sgombero firmata d’autorità. “Questo è diventato il triangolo del disastro – dice sconsolato – Quest’area è gestita da tre amministrazioni comunali, due Regioni e due Province diverse. Ci chiediamo chi riparerà la strada. Si prospettano tempi lunghi, lunghissimi”.

Lo scenario, infatti, è a dir poco drammatico: Walter ci è nato in quel ristorante albergo con venticinque camere occupate in primavera e estate da tanti turisti che raggiungono le Alpi Marittime per godersi il fresco, dove si mangiano ottimi piatti della cucina bianca, tipica di questa zona e apprezzata anche dagli stranieri. “Con la strada interrotta e una montagna che rischia di scivolare a valle da un momento all’altro perderemo il lavoro e sessant’anni di vita – racconta il titolare della struttura ricettiva  –  Come faremo? Gli enti locali non hanno soldi, lo sappiamo bene. Speriamo che il Parco delle Alpi Marittime possa fare una richiesta e ottenere soldi per sistemare la strada perché anche l’attività della stazione sciistica di Monesi è compromessa. Chissà quanto tempo ci vorrà. Non oso pensarci”. San Bernardo è una base unica per i tour sulla “via del sale”. Da lì partono escursioni a piedi, a cavallo, in quad e mountain bike.

Trattiene le lacrime Walter la “sentinella di Monesi di Mendatica. Dopo il suo ristorante, il nulla. Ci sono case che rischiano di crollare sotto la valanga di fango e detriti. “Che tristezza. La natura si è ribellata – dice ancora – Mai ho visto una cosa del genere in 60 anni”. Che cosa farà ora Walter? “Da qui non voglio andare via, io e Giovanna resteremo qui”.

Intanto è stata riaperta la statale 28 del Colle di Nava dalla parte di Pornassio.