Viaggio lungo le strade della Valle Arroscia, superando i crateri delle strade che non ci sono più
Comuni senza soldi chiedono gli aiuti dello Stato per cercare di risollevarsi dopo l’alluvione
Pieve di Teco. Lungo le strade della Valle Arroscia le strade sono dei terreni minati. Arterie che portano ai paesi come Nirasca e Armo sono ancora invase dai detriti. Difficili da percorrere Si vedono alberi crollati come in un effetto domino sotto il peso dell’acqua che la settimana scorsa è caduta a secchiate. Ci sono versanti franosi che sparano ancora acqua da tutte le parti. “E’ stato come essere in guerra – racconta un’anziana del paese di Armo – Mai vista una cosa del genere dopo tanti anni che vivo qui”.
Alcune strade come quella di questo paese sulle alture di Imperia nascondono insidie. In auto devi tenere gli occhi ben aperti per non scivolare sul fango e finire in una scarpata. Difficili soprattutto per chi si avventura la sera per tornare a casa dal lavoro in Riviera. A Colle San Bartolomeo, la strada che porta fino alla Valle Argentina, ai margini della carreggiata si è aperto un cratere. “Sono pericolose e chi le percorre deve sapere che è altamente rischioso”, racconta Giancarlo Gandolfi dipendente della Provincia che da giorni percorre in lungo e in largo la vallata a caccia di guai che comunica al suo ufficio in viale Matteotti a Imperia.
“Vi assicuro che di frane ve ne sono ancora parecchie. Appena giri l’angolo trovi una montagna di detriti trascinati a valle”, aggiunge. Per rimettere in piedi una vallata ci voglio soldi, tanti che l’amninistrazione Natta non ha. “Se apriamo i cassetti di soldi non ce ne sono davvero – dice apertamente il presidente della Provincia che da giorni segue la vicenda post alluvione con una certa preoccupazione – Siamo ancora in emergenza, ma il tempo ci aiuta. Il freddo ha solidificato le frane. Rimuoverle sará un po’ meno complicato, ma ci vogliono soldi”.
Infatti ora si guarda a Roma. Si spera che le lettere, le invocazioni d’aiuto lanciate dai sindaci della Valle Arroscia non cadano nel vuoto. “Il Premier non ci può lasciare soli, abbiamo subito danni enormi e questi paesi rischiano di restare in ginocchio per diverso tempo. Senza gli aiuti dello Stato – dicono Renato Adorno di Rezzo e Alessandro Alessandri di Pieve di Teco – sarà tutto davvero più complicato”.