Ventimiglia, Imam Babi: “L’Islam è pace. Quello che sta succedendo al centro culturale è causato dai difetti degli uomini”
“Le comunità cristiana e musulmana possono vivere in pace, nella tolleranza e nel rispetto reciproci”
Ventimiglia. Il centro islamico della città di confine è chiuso, ma le ragioni non sono dovute all’Islam, bensì agli uomini e ai loro difetti. Questo il pensiero dell’Imam Mohamed Babi. A rendere difficile la convivenza tra due fazioni, che hanno spaccato una numerosa e nutrita comunità, ci sarebbe la voglia di “primeggiare” degli uomini. Per questo Babi dichiara apertamente che, l’unico modo per riportare la pace, così come insegna l’Islam, è che i soci fondatori si facciano da parte. Tutti.
Sia Chakib Abdelhak che l’ex tesoriere Et Taia El Houssine, che pure parteggia dalla parte dell’Imam.
Questa mattina, all’interno dei locali della chiesa di San Nicola in via Roma, si sarebbero dovute tenere le elezioni per eleggere il nuovo presidente dell’associazione. Ma così non è stato perché non si è trovato un accordo su chi o meno avesse diritto di votare.
La posizione dell’ex presidente Taki Hassan, che oggi ha revocato le sue dimissioni, non sembrerebbe chiara: “Se vuole può anche tornare al comando”, dicono gli avversari, “Ma deve farlo nel rispetto della legge e dello statuto. E non così, senza regole”.
Per ora una sessantina di musulmani, guidati dall’Imam Babi, si riuniscono in preghiera nei locali sottostanti la chiesa di San Nicola: “Dimostriamo così che le comunità cristiana e musulmana possono vivere in pace, nella tolleranza e nel rispetto reciproci, trasformando le differenze culturali in un arricchimento per tutti”.