Ventimiglia, commercio in ginocchio: turisti in calo e aumenta il degrado
Tra le priorità da risolvere: la microcriminalità
Ventimiglia. Stagione estiva rovinata e problemi quotidiani di degrado e igiene: i commercianti esasperati raccontano una cruda realtà:“Speriamo solo che l’anno prossimo il problema migranti venga risolto o almeno gestito in modo differente”.
I momenti peggiori della giornata, secondo quanto raccontano i gestori di bar e ristoranti del centro città, sono il mattino presto e la sera.“Apriamo alle sei e siamo soli”, racconta un barista, “I migranti chiedono di entrare e con una certa spavalderia pretendono di ricaricare i cellulari: mi dispiace ma sono costretto a mandarli via, nonostante il mio sia un lavoro in cui si accolgono le persone e non si allontana nessuno. Però quando ai tavoli del bar ci sono solo loro poi i clienti non si avvicinano più”. Senza contare che per chi trascorre la notte all’aperto, il bagno del locale diventa una vera e propria doccia: “Lasciano un disastro, e poi quel bagno chi lo usa più?”.
I commercianti del perimetro dei giardini pubblici Tommaso Reggio quest’estate ne hanno viste di tutti i colori:“La fontanella vicina ai giochi dei bambini era usata come doccia: a tutte le ore si vedevano stranieri che si lavavano, si facevano la barba. Di tutto, insomma”. E poi i panni: mutande e magliette stese ad asciugare alle inferriate che delimitano il parco:“C’erano turisti che mangiando assistevano a questo spettacolo e poi ovviamente ci chiedevano se fosse normale che Ventimiglia dovesse subire tutto questo”.
Molti turisti hanno rinunciato ai classici dieci giorni di vacanza estiva nella città di confine e ora che ci si avvicina al ponte dell’Immacolata il problema rischia di ripetersi:“Tanti clienti abituali quest’anno sono mancati. Non posso dire che la colpa sia dei migranti, ma la realtà è questa”. Negli alberghi delle città vicine gli imprenditori turistici confermano un trend ormai consolidato tra i vacanzieri: la prima domanda che la gente pone agli albergatori è sempre la stessa: “Ma a Ventimiglia ci sono ancora i migranti?”. La risposta non può essere che affermativa: i numeri dell’emergenza sono sotto gli occhi di tutti. Da tempo le associazioni di categoria hanno messo in evidenza il “caso Ventimiglia” appellandosi al governo: “Non è più possibile tenere gli occhi chiusi, occorrono soluzioni tempestive”.
C’è un problema anche di microcriminalità che non va ignorato. “Negli ultimi mesi i furti sono aumentati e, anche se il bottino non è ricco i locali subiscono danni a porte e finestre comunque più ingenti”. Ad essere colpiti sarebbero soprattutto bar e ristoranti: “Portano via il fondo cassa e bottiglie di alcolici”, dice un esercente di via Milite Ignoto. E non si contano neppure i furti di telefonini cellulari strappati dalle mani delle persone: l’ultimo caso stamattina quando una donna è stata vittima di uno sconosciuto che le ha sottratto lo smartphone mentre camminava in centro. Peraltro del fenomeno sono a conoscenza anche le forze dell’ordine che hanno potenziato pattugliamenti e controlli.