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Liste d’attesa pilotate, dieci indagati tra Asl e titolari dei centri convenzionati

3 novembre 2016 | 10:15
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Liste d’attesa pilotate, dieci indagati tra Asl e titolari dei centri convenzionati

L’attività investigativa coordinata dai magistrati Maria Pradella e Marco Zocco andava avanti da diversi mesi

Imperia.  Sono dieci al momento le persone indagate tra il Governo Clinico e Monitoraggio Attività Assistenziali dell’Asl 1 diretto da Giovanni Bruno che fa parte del Dipartimento di pianificazione diretto da Gianluigi Piatti, operatori sanitari, medici, titolari dei centri privati convenzionati per le prestazioni sanitarie in tutta la Riviera e privati cittadini, accusati di aver dato vita ad un Centro di prenotazioni parallelo a quello ufficiale. Non figura al momento alcun massimo dirigente dell’Azienda sanitaria con sede a Bussana.

In sostanza l’ipotesi accusatoria è quella che sia stata creata una rete parallela dove venivano pilotate le liste di attesa per esami medici a vantaggio di amici, ma venivano anche vidimate fatturazioni per prestazioni non svolte ai centri convenzionati. In sostanza le strutture sanitarie pubbliche venivano utilizzate a fini personali facendo abbreviare le liste d’attesa, il tutto bypassando il Cup ufficiale e quindi seguendo le normali procedure.

Dagli uffici dell’Asl fanno sapere di “essersi messi a completa disposizione dell’autorità giudiziaria per consegnare documenti e relazioni inerenti l’attività investigativa”. Un’indagine che ha preso le mosse diverso tempo fa ed è coordinata dal procuratore capo Maria Pradella e dal collega Marco Zocco.

E così questa mattina all’alba gli uomini del comando provinciale di Imperia della guardia di finanza hanno effettuato una raffica di perquisizioni sino a far emergere un sistema illecito nelle prenotazioni sanitarie: visite radiologiche, ecografie e altri servizi concordati direttamente con i centri convenzionati senza dover passare dal centro di prenotazioni dell’Asl.  Si tratta ora di verificare le modalità di un’eventuale commissione di reati quali il peculato, la truffa ai danni dello Stato, il falso e l’abuso d’ufficio. Avanza un’ipotesi investigativa secondo la quale sarebbe stato creato, in accordo con personale dell’Asl 1, un vero e proprio C.U.P.  parallelo a quello ufficiale, al fine di ottenere prenotazioni, cancellazioni e prenotazioni di prestazioni già eseguite a privati pazienti che, ovviamente, non avrebbero potuto ottenere osservando le normali procedure di prenotazione (a danno dei pazienti che trovano il posto già occupato e si vedono allungare le liste di attesa).

Un’indagine che mira ora ad accertare il comportamento di alcuni pubblici dipendenti che, incaricati di tenere regolarmente sotto controllo il budget annuale assegnato alle strutture convenzionate, sembrerebbero invece aver curato gli interessi delle stesse, consentendo ad esempio pagamenti per fatturazioni predisposte ad hoc.

Le ipotesi di reato su cui si sta indagando, sulla base delle direttive della Procura, riguardano anche fattispecie di corruzione.