Dopo l’alluvione: il sindaco Adorno scrive al Governo “Renzi aiutaci tu”, viaggio a Rezzo isolato da una settimana

29 novembre 2016 | 17:54
Share0
Dopo l’alluvione: il sindaco Adorno scrive al Governo “Renzi aiutaci tu”, viaggio a Rezzo isolato da una settimana
Dopo l’alluvione: il sindaco Adorno scrive al Governo “Renzi aiutaci tu”, viaggio a Rezzo isolato da una settimana
Dopo l’alluvione: il sindaco Adorno scrive al Governo “Renzi aiutaci tu”, viaggio a Rezzo isolato da una settimana
Dopo l’alluvione: il sindaco Adorno scrive al Governo “Renzi aiutaci tu”, viaggio a Rezzo isolato da una settimana

Bambini ostaggio della frana studiano in Comune per non perdere giorni di scuola

Rezzo. “Caro Matteo, aiutaci tu, non lasciarci soli”. Una lettera scritta dal sindaco Renato Adorno che suona come un grido d’allarme per un paese, Rezzo, in Valle Arroscia, che ha subito danni gravissimi dopo l’alluvione di giovedì scorso: una casa è crollata, una seconda è stata seriamente danneggiata, una terza si è salvata per miracolo dopo che è esondato il rio Santa Lucia. Per arrivare in paese devi superare una montagna di detriti col fango che ti entra fin nelle ossa. Per superare la casa sventrata dal rio Santa Lucia salgo sulla benna dell’impresa incaricata di rimettere in sicurezza la strada, ora assolutamente impraticabile. Perché oltre alla carreggiata che costeggia il torrente Giara di Rezzo che conduce al paese, anche la strada per Cenova è stata stravolta dalla valanga di fango.

In questa località, arrampicata sulle colline della Valle Arroscia, che raggiungo a bordo di un fuoristrada del capo cantiere, ci vivono 350 persone. Tutti ostaggio della frana che ha costretto a far abbassare la saracinesca del ristorante, dell’agriturismo e della pensione. Nel negozio di alimentari gestito dalla famiglia di Bruno Bertone ci sono ancora un po’ di scorte. “Ancora qualche giorno poi saranno necessari rinfornimenti”, mi dice il titolare mentre con la scopa spazza via dall’ingresso del negozio quella patina di fango trasportata dalle auto che fanno la spola dal cantiere aperto alla piazza del Comune.

Ci sono anche donne del paese, come Lilina Schenardi, ex ristoratrice a Imperia, vedova da 15 anni, che il pane se lo prepara in casa così come le tagliatelle. “Glielo giuro ho perso la cognizione del tempo – racconta – Non ricordo quando c’è stata l’allerta, ma per me è come se fosse passato un mese perché siamo isolati e non sappiamo quando torneremo ad essere collegati col resto del mondo. Io sono qui ia figlia a Pieve di Teco, tutto terribile”.

Gli abitanti di questa località da sempre nel cuore dell’ex presidente della Provincia Ginetto Sappa, stanno vivendo in condizioni di grave disagio. C’è un’ordinanza del sindaco appena nella bacheca sotto il Comune che invita la popolazione a far bollire l’acqua. I residenti di Rezzo hanno anche altri problemi. Il nubifragio ha portato via le condotte della fognatura e anche le tubature dell’acquedotto sono esplose. In questo paese a 500 metri sul livello del mare il mondo non si è fermato.

Gli angeli esistono anche Rezzo. I loro nomi sono Renato Adorno, il sindaco che non chiude un occhio da giorni, Veronica Di Costanzo, Gabriele De Canis che raggiunge il paese in sella ad una moto da trial, Lida Ameglia (lei è la moglie del sindaco), questi sono insegnanti che cercano di non far perdere le lezioni ad una decina di ragazzi e bambini dalle elementari alle medie impossibilitati ad andare a scuola a Pieve, Imperia e Alassio. Pure loro sono costretti a rimanere a casa e a seguire le lezioni in due aule provvisorie ricavate in Comune. E poi c’è il medico, Matteo Grollero che dorme in paese, pronto ad intervenire per aiutare le persone più anziane, quelle più bisognose. Le ambulanze non arrivano e se qualcuno dovesse sentirsi male verrebbe soccorso dal cielo. E poi ci sono pure gli operai della ditta che sta rimuovendo i detriti che lavorano quando è ancora buio fino a tarda sera quando le forze glielo permettono. Pure loro abitano in paese e vogliono che Rezzo torni a risplendere di luce propria.

La frana, quella che sovrasta il rio Santa Lucia, quando è spuntato il sole ha arrestato la sua corsa. Il vento ha solidificato il fango, una situazione che aiuta i mezzi a sgomberare le macerie. “In questo momento quel mostro che ha sconvolto la vita di Rezzo – racconta il sindaco che non chiude un occhio da giorni – si è addormentato. Una situazione di calma che aiuta i tecnici impegnati nei lavori di rimozione dei detriti. Ma se piove sarà la fine. Intanto ringrazio il prefetto Tizzano che ha manifestato tutta la sua solidarietà e impegno per aiutarci”.

Quando torneremo alla normalità? Nessun può saperlo. “Forse all’inizio della prossima settimana -almeno questo è l’auspicio del sindaco Adorno-potremo rivedere la strada del paese aperta e percorribile in assoluta sicurezza, ma è solo un’ipotesi”.

Domani a Rezzo arriveranno i funzionari della protezione civile inviati da Roma. Effettueranno un altro sopralluogo simile a quello compiuto da uno staff di tecnici inviato ieri dalla Regione Liguria. Si spera di far ritornare Rezzo un paese vivibile.