Roberto Laura, il sanremese che ha portato in Germania l’antica arte della scherma con bastone e coltello

Il campione di arti marziali racconta la passione per quelle discipline di difesa a cui ricorrevano i contadini e gli agricoltori del passato
Sanremo. Risale alla fine del quindicesimo secolo d.C. la testimonianza più antica dell’uso del bastone al posto dello spadone da parte di un ligure, ovvero quando il sultano ottomano vietò ai genovesi di indossare e usare le armi. Un frammento lontano, quasi perduto; tra i primi semi di quella disciplina sportiva del bastone e del coltello che Roberto Laura, sanremese di origine, ha portato al trionfo in Germania.
“Ho incontrato l’arte della scherma popolare italiana con bastone e coltello sedici anni fa” – racconta Laura, nato a Sanremo nel 1969 ma da più di 40 anni residente in Germania, dapprima a Heidelberg e successivamente a Neckarsulm dove attualmente vive –. “Si tratta di una discipline marziali articolata in diversi settori o aree legate intrinsecamente tra loro, basata appunto sull’uso del bastone e del coltello”. Disciplina sia di attacco che di difesa dove il “tiro di bastone” e la “tirata col coltello” rappresentano forme di scherma, o meglio forme di difesa personale a cui ricorrevano i contadini e gli agricoltori del passato. Forse non tutti sanno infatti che questa arte sportiva seppur nata dalla cultura orientale, in particolare filippina (Escrima Serrada), ha culla anche nel Mediterraneo, e precisamente in Liguria, in Puglia e in Sicilia.
“Ho sempre praticato le arti marziali” – prosegue – “prima il judo, poi il karate shotokan, successivamente il kickboxing e il pugilato. A causa di un incidente nel ’94 ho dovuto abbandonare per un lungo periodo l’agonistica. Mi sono allora avvicinato a quelle arti che permettevano un minor impatto fisico, tra cui appunto quella popolare di tradizione italiana della scherma con bastone e coltello. Appassionatomi ho così iniziato a viaggiare per l’Italia andando alla scoperte delle regioni in cui ebbero i natali e delle loro tradizioni. Genova, Foggia, Catania. E in ognuno di questi luoghi conobbi storie emozionanti, segreti celati, appresi tecniche e mosse grazie all’incontro dei migliori maestri”.
Attualmente Laura si allena e segue la tradizione Manfredoniana, quale ha appreso da diversi insegnanti, tra cui Salvatore D’Ascanio, come del resto la trazione Ripostese che ha imparato a conoscere da due altri grandi maestri Orazio Barbagallo e Salvatore Scarcella. “Il mio prossimo obiettivo” – aggiunge – “è quella di imparare l’arte nella tradizione Calatabiana sorta in un’antica ed elegantissima scuola siciliana”. Tutto per assimilare queste antiche discipline nel loro essere e diffonderne il sapere.
Perché fino a poco tempo fa, ovvero fino a quando Laura non ha aperto la sua scuola, erano pressoché segrete. Tanto che, ci tiene a sottolineare, “il mio scopo principale è la conservazione e la più ampia divulgazione di queste arti italiani tradizionali. E lo faccio all’interno della mia associazione, la Tradizionale Italiana Knife Fighting (TIKF), dove ho impostato gli insegnamenti come una sorta di percorso di apprendimento e di ricerca delle antiche discipline del Mezzogiorno italiano”.
Al riguardo Laura ha anche scritto un dettagliatissimo e curioso libro, “Das Schwer des Volkes” (in italiano “La spada del popolo”), mediante il quale introduce i lettori alla storia e alla cultura della lotta popolare italiana con il coltello. Fornisce una panoramica dei riti, del gergo, delle tecniche e delle tattiche delle scuole segrete fondate dall’antico popolo del Mezzogiorno italiano.