Prodotti bio e a km 0. Mense scolastiche sempre più virtuose

16 ottobre 2016 | 17:28
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Prodotti bio e a km 0. Mense scolastiche sempre più virtuose

L’inchiesta di Riviera24 per la Giornata Mondiale dell’Alimentazione

Provincia di Imperia. Anche nella nostra provincia l’attenzione ai menù che i nostri figli consumano alla mensa scolastica è sempre più una priorità. E le scelte attuate dai comuni ne è prova coraggiosa e tangibile. Questo è infatti ciò che esce dall’inchiesta che Riviera24 ha realizzato pensando alla Giornata Mondiale dell’Alimentazione che si celebra il 16 ottobre, ben sapendo quanto questo tema sia caro alle famiglie.

Nell’ultimo bando che abbiamo stilato tre anni fa, abbiamo voluto prodotti biologici (che già avevamo adottato da diverso tempo) e a chilometri 0 – spiega Ambra Mastrangelo, stretta collaboratrice della dottoressa M. Grazia Fossati che è responsabile del servizio mensa scolastica del comune di Ventimiglia, il cui buono costa alla famiglia € 4,10. – La nostra ditta, la CIR Food, acquista in parte dalla Spes (poiché la produzione dell’associazione non è sufficiente alla quantità quotidiana necessaria alla mensa) i prodotti del loro orto: verdura, insalate, etc.). Dai nostri fornai locali anche pane e tutti i prodotti di panetteria. Pasta e tanti altri prodotti sulle tavole dei nostri bimbi sono bio. Menù a tema sono poi costanti del progetto nutrizionale, permettendo nei vari periodi di feste durante l’anno, di approcciare i gusti dei prodotti stagionali (esempio, ad Halloween pasti con la zucca)”.

Olio extravergine di oliva taggiasca usato a crudo è la scelta adottata ormai da tre anni nei refettori di Sanremo (che all’utente un buono pasto lo fa pagare € 4,00), sostenendo così quanto qualità e territorialità siano punti fermi a tavola. Jogurt e marmellata (per preparazioni dolciarie) sono bio, ma purtroppo solo questi poiché, a rifiutare la sperimentazione green su frutta e verdura sono stati gli stessi bambini che, come riferisce l’Ufficio Scuole diretto dal Dottor Domenico Sapia, “non hanno gradito i sapori forse un po’ diversi (e sappiamo quanto sia difficile par accettare loro alcune varianti nel piatto)”.  Test al palato in atto anche per la pasta integrale (adottata dall’anno scolastico 2015/16),mentre è un dato di fatto che, avendo a che fare con grandi numeri “se per il pane comprato in città da fornaio di fiducia riusciamo a favorire il commercio locale, risulta impossibile accorciare la filiera per tutti gli altri alimenti poiché i produttori di zona non riescono a rispondere alla notevole quantità richiesta quotidianamente dalle nostre cucine. Ligure, perciò anche il pesto (anche se arriva dal savonese)”.Dunque, l’attenzione e la volontà da parte dei responsabili di ciò che i bambini sanremesi mangiano a pranzo non mancano tanto che “con l’anno prossimo, a fronte di una serie di esperienze finora vissute, potrebbe essere possibile attuare cambiamenti e miglioramenti ulteriori”.

Il biologico è presente nella verdura e nel pesto, mentre nella frutta è correlato all’effettiva disponibilità; il tutto dovendo rispettare vincoli economici (la tariffa del buono pasto, che è di € 4,80, è invariata da molti anni). – fa presente infine il Dottor Pietro Salvo, Amministratore Unico della Ditta Seris che si occupa della mensaimperiese. – “E’ consumata acqua minerale – prosegue – in quanto la Commissione Consultiva non è stata favorevole al ricorso all’acqua della rete cittadina. In relazione alle stagioni sono previsti alcuni piatti basati sui prodotti del periodo: zucca, verza e polenta”. Moltissime poi le diete differenziate per bambini ed insegnanti statali sia per ragione di salute(celiachia, intolleranze varie, problemi di assunzione dei cibi in certi casi di disabilità), che per fede o convinzioni etiche. E’ bene sapere che la tabella alimentare ad Imperia è formulata sulla base di indicazione che pervengono  anche dalla Commissione Consultiva  (Società, Comune, Insegnanti e Famiglie), ma è poi sottoposta a convalida da parte della ASL, per essere pubblicata sul sito aziendale e  consentire alle famiglie di regolare in conseguenza i pasti a casa. “Per il futuro – chiosa il dirigente – si persegue l’estensione dell’uso di  prodotti biologici  e che presentino un più ridotto impatto ambientale anche per quanto riguarda gli imballaggi”.

Nella nostra provincia una linea nutrizionale, quella delle mense, che dunque sempre di più si sta dirigendo verso una scelta applicata su scala nazionale che vuole qualità e rispetto del territorio: pare infatti che nel nostro Paese siano già oltre 1200 le refezioni scolastiche che propongono ingredienti bio (in alcune delle quali si arriverebbe addirittura al 70%) e quella filiera corta, lo “food miles”, sempre così tanto caldeggiata anche da Coldiretti e di cui la prima a sostenerne la promozione fu la regione Veneto con una legge regionale del 2008.