Laghetti di Pigna, Comitato ”Amici del Rio Carne”: “Il progetto non tiene conto del territorio reale”
Il Comitato ha tenuto questa mattina un incontro alla Federazione Operaia Sanremese per esporre tutte le loro considerazioni sulle relazioni della Società Remna
Sanremo. Questa mattina il Comitato”Amici del Rio Carne” ha tenuto un incontro alla Federazione Operaia Sanremese a Sanremo per comunicare ai cittadini e interessati gli ultimi sviluppi sul progetto della realizzazione di una mini centrale elettrica sul Rio Carne a Pigna.
Da agosto infatti il Comitato ”Amici del Rio Carne” aveva scoperto il progetto della Società Remna srl di costruire uno sbarramento con lo scopo di incanalare l’acqua per attivare una micro centrale idroelettrica con una chiusa in cemento armato alta circa 1,50 m spessa 1,80 m, che avrebbe potuto innalzare il livello dell’acqua a monte creando un lago artificiale, che avrebbe potuto sommergere per 12 mesi all’anno le fondamenta in pietra di un antico mulino risalente al 1528, ristrutturato e abitato e catalogato in PG 2 (pericolosità media) e l’adiacente muretto a secco, creando un reale rischio di frana e crollo del fabbricato, del muretto e del sentiero d’accesso.
Lo scorso 28 settembre si era svolta una visita sopralluogo per la concessione dell’acqua alla Società Remna durante la quale il Comitato aveva esposto tutte le motivazioni contrarie alla realizzazione del progetto, che erano state prese in considerazione dalla società. In questo ultimo mese il Comitato in attesa della valutazione finale da parte della società ha continuato a combattere per far conoscere a tutti le problematiche che secondo loro questo progetto comporterebbe all’ambiente presentando delle relazioni al Comune e alla Regione.
Il Comitato, rappresentato da Antonio Grillo, Roberto Trutalli, Fabrizio Ottazzi, Giordana Zadro e Patrizia Boido, dopo aver visionato le relazioni della società Remna sul progetto oggi ha avuto occasione di presentare ulteriori osservazioni. Innanzitutto hanno rilevato incongruenze tra alcuni dati riguardanti le portate e la loro determinazione, il salto disponibile al netto delle perdite di carico, il rendimento totale, le potenze e le energie realmente ottenibili. A riguardo esiste una relazione dettagliata dell’ingegnere Verrando che è stata inserita nelle osservazioni presentate alla Regione Liguria.
Riguardo all’opera di presa il comitato fa notare che nelle relazioni della società Remna mancano alcuni dati importanti come le caratteristiche dimensionali delle maglie della griglia e uno studio sul trasporto solido, che permetterebbero di far conoscere le modalità selettive della griglia anche in rapporto alle specie ittiche protette, i quantitativi di materiale da asportare, la frequenza di pulizia della griglia, compresa la destinazione finale del materiale asportato.
Altro punto da chiarire riguarda il computo degli sterri e dei riporti che parrebbe sottodimensionato rispetto alla complessità dell’opera che prevede una condotta forzata che per diverse centinaia di metri seguirebbe il percorso del vecchio canale irriguo, ma occuperebbe anche una parte della strada comunale che porta al Ponte di Carne che è posta in zona a rischio frane.
Oltre a ciò anche la relazione geologica presentata dalla società Remna ha creato delle forti perplessità tra i membri del Comitato. Per esempio segnalano che non viene citata in nessuna parte il grado di progettazione della centrale, se è preliminare, definitivo o esecutivo, ciò è in totale disaccordo con la legge secondo il DM 14.01.1998. Inoltre non vi è nessun riferimento all’analisi della cartografia IFFI, documento fondante per l’analisi dei dissesti di versante quando è risaputo che la zona è a rischio di frane. Non si fa cenno neanche alla LR 4799 e non viene descritta la presenza o meno del vincolo idrogeologico dell’area e la necessità di richiedere l’autorizzazione ad effettuare movimenti di terra.
Altri punti della relazione presentata dal Comitato evidenziano che per realizzare la nuova briglia il progetto prevede lo smantellamento di un masso roccioso piuttosto consistente e perciò per creare il canale a pelo libero che porterà l’acqua ad una vasca di carico, si dovrà modificare l’attuale canale irriguo sia nella profondità sia nella larghezza e parte dei lavori saranno così effettuati sotto ed in prossimità della prima arcata dell’antico ponte di Carne, posto sotto il vincolo architettonico. Di conseguenza sarà necessaria la realizzazione di una via d’accesso per le normali operazioni d’ispezione e di manutenzione sia del canale che della vasca di carico e questo comporterà altri lavori.
In pratica tutti questi lavori che saranno necessari non tengono conto delle possibili conseguenze negative che potrebbero danneggiare il paesaggio, amato dai cittadini e soprattutto dai turisti italiani e stranieri. “Se si confrontano le relazioni naturalistiche della Remna e della dottoressa Gavagnin chiesta dal Comune di Pigna, si possono notare tantissime discrepanze e lacune come se si fossero analizzati torrenti diversi” – afferma il Comitato.
In conclusione quello che i membri del Comitato vogliono sottolineare è che:
– questo tipo di progetto non tiene conto del territorio reale del paesaggio;
– non esiste una tutela legislativa per i rii minori;
– non viene considerato il problema delle risorse idriche che stanno scarseggiando a causa delle modificazioni climatiche;
– non si possono concedere permessi di realizzazione di opere simili senza che prima i progetto venga discusso all’interno dei Consigli Comunali e ne venga informata la popolazione.
Per tutti questi motivi il Comitato continuerà a battersi per impedire la realizzazione di un progetto che sicuramente, secondo loro, rovinerebbe la valle e la fauna.