La setta di Alvenia che scuote il Principato di Seborga

20 ottobre 2016 | 05:57
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La setta di Alvenia che scuote il Principato di Seborga

Anche il Vaticano si occupa di un caso che preoccupa il paese

Seborga. E’ arrivata fin nelle stanze del Vaticano, la voce dell’esistenza nel piccolo principato della setta dedita al culto della “Madonna di Alvenia”. Un culto che ora in paese inizia a sollevare qualche preoccupazione.
A seguire passo passo le vicende degli accoliti, che pare siano sempre più numerosi, ci sono infatti il GRIS (il gruppo di ricerca e di informazione sulle sette) italiano e il francese UNADFI (l’unione delle associazioni in difesa delle famiglie e degli individui vittime delle sette). Entrambe le realtà hanno già segnalato alle autorità religiose la presenza della setta che ha scelto Seborga per celebrare il proprio culto. Proprio dal GRIS trapelano le prime indiscrezioni sull’inchiesta in corso: la situazione viene definita alquanto inquietante.

Eppure l’associazione Alvenia non è nuova a Seborga. Della “Madonna” si parla già dal febbraio 2011. Sono passati cinque anni, infatti, da quando venne inaugurato un oratorio dedicato al culto in via Maccario, 3. “Il Divino ha scelto Seborga per istallare il secondo centro di illuminazione di questa Luce necessaria alla Sua prossima venuta”, avevano scritto all’epoca gli adepti, “Ha confidato a Stefano (Stéphane Ravel d’Estienne, nda), suo rappresentante, la responsabilità di portare la rivelazione di Gesù in una luce di pace ed amore che non è sulla Terra. Attraverso l’associazione Alvenia, Federico, Isabella, Marie – Claire e Michele sono i testimoni della missione di Stefano e Martine e sono i guardiani dell’Oratorio. Quest’Oratorio dedicato alla miracolosa Madonna di Alvenia permette la salita delle anime defunte verso un paradiso più luminoso e fare miracoli su tutti quelli che gli apriranno il cuore”.

Nel 2012 si torna a parlare di Stéphane Ravel d’Estienne e la moglie Martine (ora deceduta), i due fondatori dell’associazione: questa volta, però, perché coinvolti in una vicenda giudiziaria in quanto accusati di “abuso della credulità popolare”. Ad indagare sulla coppia, che aveva iniziato a promuovere la setta di Alvenia, era stato il commissariato di Ventimiglia. Marito e moglie avevano dichiarato agli agenti di essere entrambi entrati in contatto con Dio e di essere dotati di poteri soprannaturali.
Nulla di strano, se si pensa che la setta è un misto tra alchimia e religione, nella quale non manca spazio dedicato al sesso e al diavolo.

“Il mondo umano è diretto da due forze opposte derivanti da archetipi maschile e femminile, (insieme degli uomini e insieme degli donne)”, scrivono in un libello i due francesi, “Questi archetipi sono diretti dal principe delle tenebre. L’archetipo mascolino emette una forza negativa di odio verso l’archetipo femminile perché Adamo e gli uomini, inconsciamente, non perdonano a Eva e alle donne di averli trascinati nella disobbedienza. L’archetipo femminile emette una forza negativa di odio verso l’archetipo maschile perché Eva e le donne non perdonano ad Adamo e agli uomini di avere autorità su loro o di essere sottomesse. Queste due forze di odio sono il risultato delle azioni del diavolo sui due archetipi. Solamente per la sopravvivenza di queste due forze, gli uomini e le donne non erano consapevoli di questo fatto. Il mondo delle illusioni era reso necessario e indispensabile. Il Diavolo che rappresenta il bene e il male si travestì con metà bel viso e mezzo brutto. Esso si mostra agli esseri umani con il suo lato buono, il bene, (gli dei che gli uomini hanno creato) ed mostra satana, il male come colui che ha il lato brutto. Gli esseri umani hanno la conoscenza di ciò che è visibile ma non sono consapevoli della loro anima e dell’ Invisibile. Questo provoca un potere di alcuni rispetto ad altri. Queste due forze spiegano il comportamento tra uomini e donne, guerra, carestia e miseria. Per far uscire gli esseri umani da questo circolo vizioso, il Creatore viene sulla terra per permettere la salvezza delle Anime”.

Si tratta soltanto di “mania religiosa” o dietro all’associazione Alvenia c’è qualcosa di più? Sarà il Vaticano a far luce sulla vicenda. Certo è che a Seborga, tra principi “eletti” e presunti, cavalieri di ogni ordine e grado e sette religiose, non manca proprio nulla.