In Riviera giro di vite sui voucher, più controlli dalla Direzione Provinciale del Lavoro

15 ottobre 2016 | 14:40
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In Riviera giro di vite sui voucher, più controlli dalla Direzione Provinciale del Lavoro
In Riviera giro di vite sui voucher, più controlli dalla Direzione Provinciale del Lavoro
In Riviera giro di vite sui voucher, più controlli dalla Direzione Provinciale del Lavoro

E’ obbligatorio per imprenditori e professionisti inviare, almeno 60 minuti prima dell’inizio di ciascuna prestazione, un sms o una mail

Imperia. In Riviera giro di vite sui voucher. Dalla fine di settembre scorso anche nell’Imperiese è stato introdotto l’obbligo per gli imprenditori e i professionisti che ricorrono alla forma del lavoro accessoria di inviare, almeno 60 minuti prima dell’inizio di ciascuna prestazione, un sms o un messaggio di posta elettronica all’Ispettorato nazionale del lavoro, per la nostra provincia, all’organo ispettivo della Direzione Territoriale del Lavoro.

“Un decreto legislativo correttivo del jobs Act che – a detta di Alessio Saso, coordinatore dei Centri per l’Impiego della Provincia di Imperia – è stato voluto con il preciso intento di rendere i voucher lavoro ufficialmente tracciabili in modo da contrastare, stanandolo, il lavoro in nero. Tuttavia, a mio parere, l’obbligo della comunicazione” – che prevede anche una sanzione amministrativa da 400 a 2.400 euro per ogni prestatore in caso di trasgressione – “risolverà soltanto in parte il problema. La comunicazione infatti renderà noto che un rapporto di lavoro sta per avviarsi e quantificherà quanti voucher da lì a poco saranno consegnati, ma effettivamente non dirà se gli stessi saranno consegnati nell’immediata interruzione della prestazione e per il giusto corrispettivo temporale”.

“Il voucher” – precisa Saso – “è una forma retributiva che si presta all’abuso. Anzitutto dovrebbe essere impiegato per pagare solo qualche ora e invece, magari, va a ricoprire più ore svolte dal lavoratore. In secondo luogo dovrebbe essere dato al termine della prestazione ma sempre più spesso l’imprenditore lo consegna giorni dopo o addirittura a fine mese allo stesso modo di una busta paga. Ma il voucher non sostituisce la busta paga, è una particolare modalità di prestazione lavorativa la cui finalità è quella di regolamentare le prestazioni accessorie non riconducibili a contratti di lavoro poiché svolte in modo saltuario. Uno strumento volto a tutelare le situazioni lavorative non regolamentate di cui è stato fatto una grande uso e abuso”.

Basti pensare che, secondo gli ultimi dati Inps, in Liguria nei primi sei mesi del 2016 sono stati venduti 2.314.002 voucher per un 38,8% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. “La nostra regione” – prosegue il coordinatore dei Centri per l’Impiego locali – è al secondo posto, se non al primo, per il ricorso al voucher, il cui utilizzo, bisogna riconoscerlo, ha dato una boccata di ossigeno al settore occupazionale e formativo, ha permesso a tantissime persone di poter lavorare grazie alla maggior elasticità concessa alle aziende. D’altro canto però i lavoratori non diventano occupano e tendenzialmente gli imprenditori abusano di questa forma di pagamento come ho già avuto modo di dire. Cosa fare allora? Attualmente, a meno che non si trasformi il voucher in un contratto vero,  una soluzione tecnica non esiste. Possiamo però fare un appello alla coscienza, tanto a quella dei lavoratori che devono comprendere la specifica realtà dello strumento, esulando dalla credenza: meglio lavorare in condizioni non accettabili che non lavorare; quanto a quella degli imprenditori che devono rispettare i loro lavoratori e i loro diritti”.