In preghiera per Milet, la sedicenne eritrea travolta sull’A10 a Ventimiglia
La ragazza era arrivata con i fratelli solo un giorno prima in città; a celebrare le esequie il vescovo Suetta
Ventimiglia. Una bara chiara e tanti fiori rose, ranuncoli e gigli bianchi in mezzo alla navata della chiesa di Sant’Antonio delle Gianchette e poi silenzio, dolore e preghiere per la sedicenne eritrea, Milet Tasfamariam, che la settimana scorsa ha trovato la morte mentre sognava l’Europa in una galleria dell’Autofiori, poco oltre il confine di Stato.
A Ventimiglia oggi è stato il giorno dell’addio per la giovane immigrata che era stata travolta e uccisa da un camion in una galleria a soli quattro chilometri da Mentone. Una tragedia avvenuta sotto gli occhi dei fratelli che oggi hanno partecipato alle esequie.
E’ stato il vescovo di Sanremo-Ventimiglia Antonino Suetta a dare la sua disponibilità a celebrare i funerali della giovane migrante investita da un tir sul confine nella chiesa delle Gianchette. E lo stesso presule sanremese a celebrarli davanti a centinaia di persone con gli occhi fissi su quella bara davanti al’altare dove c’era anche don Rito Alvarez.
Autorità civili e militari e semplici cittadini si sono stretti intorno ai familiari della giovane. Dura la condanna nei confronti dei potenti espressa dal vescovo durante l’omelia: “Milet è una vittima del regime che tutti sanno essere nel suo paese e di cui nessuno si occupa”, ha dichiarato monsignor Suetta, “Ed è una vittima delle frontiere, tanto legali quanto ingiuste”. Il presule ha ricordato anche le parole di papa Francesco che, proprio pochi giorni fa, ha parlato dell’ipocrisia con cui i cristiani dicono di accogliere Cristo nei loro cuori quando poi non sanno accogliere i loro fratelli bisognosi. Come già aveva fatto apprendendo la notizia della morte della giovane, il parroco di Roverino don Rito Alvarez, ha chiesto perdono a Milet, che ha trovato “la morte in un mondo civilizzato che pensa più all’economia che alle persone”.
Milet Tasfamariam, la settimana scorsa, attraversava la galleria che divide l’Italia dalla Francia, cercando di passare il confine esattamente il giorno dopo essere arrivata a Ventimiglia. Era insieme a cinque fratelli e ad un amico, rimasti miracolosamente illesi. La ragazzina c’era praticamente riuscita quando è stata falciata da un camionista che non si è accorto della sua presenza. Camminava attaccata alla parete del tunnel lungo lo stretto corridoio della galleria. Un tragico incidente che vede come unico indagato, per omicidio colposo, il camionista spagnolo che l’ha travolta. Le indagini della polizia stradale di Imperia si sono già concluse con una dettagliata relazione inviata alla Procura della Repubblica di Imperia.
Una disgrazia che ha portato all’attenzione il tema della chiusura delle frontiere. In questi giorni, conclusa l’inchiesta giudiziaria che mira anche ad accertare se ci sono stati dei passeur che hanno condotto i giovani eritrei lungo il pericoloso percorso tra sentiero ed autostrada, si è svolto il funerale alla chiesa di Sant’Antonio alle Gianchette a Ventimiglia, dove la ragazza, insieme ai fratelli – tutti cristiani copti – aveva fatto una breve sosta.