Il Tenco porta all’Ariston la musica del Sud del mondo: buona la prima

21 ottobre 2016 | 02:05
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Il Tenco porta all’Ariston la musica del Sud del mondo: buona la prima
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Il Tenco porta all’Ariston la musica del Sud del mondo: buona la prima
Il Tenco porta all’Ariston la musica del Sud del mondo: buona la prima

Migrazione e integrazione fra i popoli, i temi melodici che hanno appassionato la prima serata della rassegna sanremese

Sanremo. Buona la prima per il Premio Tenco 2016. Ieri sera il sipario della quarantesima edizione della Rassegna della canzone d’autore si è aperto sulle note provenienti dai paesi a Sud del mondo e non solo. Dietro la guida di un inossidabile Antonio Silva, migrazione e integrazione fra i popoli sono stati i temi melodici che hanno appassionato la platea del Teatro Ariston.

Un leitmotive profondo e complesso insieme, scandito di voce in voce, di strumento in strumento a cominciare dalla prima esibizione: il duo dei cantautori calabresi Peppe Voltarelli e Otello Profazio. Voltarelli che ha ricevuto la Targa Tenco come miglior interprete dalle mani di Filippo Sugar, presidente della Siae e figlio della grande Caterina Caselli; e Profazio, Premio Tenco alla carriera con una motivazione che merita di essere riportata per intero:

L’Italia cantata dal Sud non è solo il titolo di un memorabile disco di Otello Profazio ma la summa di una storia musicale e culturale iniziata nel lontano 1953, che negli anni ’60-70 fa di lui una delle figure fondamentali del nostro folk-revival. Non solo ricercatore della tradizione orale ma cantautore a tutti gli effetti, Profazio è attento ai miti arcaici come alle vicende contemporanee, secondo il sentire del popolo meridionale, ma insofferente alla retorica, all’autocommiserazione e al vittimismo.

I due cantautori hanno regalato ai presenti una rappresentazione sensazionale, hanno stretto con le loro canzoni un patto tra generazioni volto a restituire a un paese senza memoria, come l’Italia, scampoli significativi della sua stessa storia culturale, quali appunto il dramma dell’emigrazione, problema sociale tanto degli italiani di ieri quanto degli stranieri di oggi. Lo stesso tema è stato successivamente affrontato dallo storico coautore di Piero Ciampi, il cantautore Pino Pavone che con il brano “La vita è dispari” si è posto contro l’insipida classe intellettuale del nuovo millennio, “un tempo nuovo ma che non convince”.

A seguire, ampio spazio alla canzone napoletana e alla sua storia con il mitico James Senese e Napoli Centrale, vincitore della Targa Tenco per il miglior album in dialetto (O’ Sanghe). Il sassofonista partenopeo, una leggenda vivente che ha attraversato trasversalmente la canzone leggera italiana, il funk-jazz e il grande cantautorato, ha intrattenuto gli astanti con una performance densa di tutti i riferimenti artistici che hanno fatto grande la sua musica: tanto Mediterraneo e tanta Napoli, e sia nelle melodie sia nelle storie raccontate; storie di vita, di amore, di lotte quotidiane ed eterne per la sopravvivenza.

Il tema delle migrazione e dell’integrazione è poi esploso in tutta la sua carica significativa ed espressiva con Bombino, artista del Niger di etnia tuareg che ha vissuto il dramma dell’esilio. Soprannominato il  “Jimi Hendrix del deserto”, il chitarrista e cantautore ha emozionato  l’intero teatro con melodie ispirate alla musica popolare della sua terra,  unendo il blues al rock e alla musica sub sahariana e cantando nella lingua nativa, il Tamasheq. Straordinario.

Come straordinaria è stata la Nuova Compagnia di Canto Popolare che, guidata da due suoi componenti storici, Fausta Vetere e Corrado Sfogli, ha brillato con un brano dedicato a tutte quelle “vite umane spezzate ignobilmente” e per le quali si è appellata al mare affinché le faccia “fin qui arrivare” e al vento perché insegni loro “a cantare”.

Il secondo momento dedicato alla musica napoletana ha lasciato così il passo a un frizzantissimo Ivan Talarico, “un pazzo scatenato” quale lo ha definito lo stesso Antonio Silva, mezzo cantautore e mezzo cabarettista; e soprattutto all’attribuzione del Premio Tenco come operatore culturale a Sergio Staino. Il riconoscimento all’immenso artista e fumettista è stato consegnato da un onoratissimo Alberto Biancheri che ha ricordato l’importanza della Rassegna per una Sanremo “città della musica”. La serata si è allora conclusa con il giovane Francesco Motta, “il Joey Ramone di oggi”, che ha ricevuto la Targa Tenco come miglior disco d’esordio (“La fine dei vent’anni”) per aver interpretato senza nostalgia e in maniera originalissima, l’emblematica generazione attuale.

Questa sera a salire sul palco dell’Ariston (ore 21.00) saranno invece: Enzo Avitabile & Amal Murkus, Claudia Crabuzza (Targa Tenco miglior disco in dialetto), Niccolò Fabi (Targa Tenco miglior disco assoluto delll’anno), Lula Pena, Stan Ridgway (Premio Tenco alla carriera), Gianluca Secco. Sarà consegnata la Targa Tenco per la canzone “Bomba intelligente”, incisa dal compianto Francesco Di Giacomo e da lui scritta con Paolo Sentinelli, che verrà eccezionalmente interpretata da Andrea Satta. Durante la serata verrà inoltre proclamato il Premio Club Tenco/NuovoImaie, assegnato a un interprete emergente presente in Rassegna.