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“Finalmente libera da un incubo”, parla la donna maltrattata per 5 anni dal marito condannato a Imperia

13 ottobre 2016 | 20:16
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“Finalmente libera da un incubo”, parla la donna maltrattata per 5 anni dal marito condannato a Imperia

Dal 2007 al 2012 è stata minacciata di morte, umiliata e costretta agli abusi dell’uomo che aveva sposato

Imperia. Tre anni e quattro mesi di reclusione ben poca roba rispetto alle violenze, ai soprusi alle umiliazioni subite per cinque anni consecutivi da A., scoppiata in un pianto liberatorio dopo che l’ex marito Z.A., di Imperia, è stato condannato a tre anni e quattro mesi per resistenza a pubblico ufficiale e maltrattamenti in famiglia. “Per me – racconta affiancata dal suo avvocato Eva Rocca, ex legale del Centro antiviolenza di Imperia – è stata davvero la fine di un incubo che non sembra avere fine. La notte dormivo poco, pensavo solo a mio figlio nato nel 2007, alle violenze che subivo da quell’uomo che avevo sposato e che invece mi ha offesa, umiliata e minacciata anche di morte”.

Per cinque anni, dal 2007 al 2012, ogni giorno la stessa storia: “Beveva, beveva tanto, ma aveva ricominciato anche a drogarsi dopo un periodo tranquillo. Avevo appena partorito quel bimbo che desideravo tanto – racconta – mi ha preso a calci, mi ha costretta a fare l’amore contro la mia volontà. Subivo ogni giorno un’umiliazione da quello che ritenevo poter essere un buon padre di famiglia”.

Oggi era in aula. E’ rimasta in silenzio per tutta l’udienza. Seduta a fianco del suo avvocato ha stretto con tutta la sua forza il manico dell’ombrellone quando il giudice Domenico Varalli ha letto la sentenza che condannava l’uomo a 3 anni e 4 mesi. Dovrà pagare anche 25 mila euro come risarcimento dei danni. Quasi certamente farà appello, dopo che il suo avvocato Erminio Annoni, leggerà le motivazioni della sentenza pronte entro novanta giorni.

“Casi come questi – dice Eva Rocca, l’avvocato che ha difeso A. – succedono spesso in provincia di Imperia. Più volte, come legale del Centro antiviolenza mi sono presentata in tribunale per assistere donne violentate o vittime di soprusi. Questo di oggi è davvero un caso limite: l’imputato era un soggetto pericoloso, basta pensare che anche dopo la separazione coniugale, non ancora conclusa, ha maltrattato anche una nuova compagna. Lo hanno arrestato ed è tornato in libertà. Non ho parole”.

A. però da oggi è una donna senza pensieri dopo aver atteso una sentenza per quattro anni: si potrà togliere una soddisfazione: accudire con amore quel figlio fortemente voluto e che oggi non ha neppure dieci anni. Quando minacciava e offendeva la mamma lui era li impotente e terrorizzato, ma raccontava tutto ai nonni che avevano capito che Z.A. era un papà e marito violento che faceva abuso di alcol e non solo.

L’attenzione della procura sulla violenza alle donne è massima. Nella sola zona di Sanremo sono una decina gli uomini sottoposti a misura cautelare, a dimostrazione di come il fenomeno anche dello stalking sulle donne, sia diffuso ma al tempo stesso come molte vittime degli «atti persecutori» abbiano il coraggio di denunciare e di uscire dall’incubo.